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Ha vinto la Torteria No Green pass! Cosa ha stabilito la Cassazione (che schiaffo al governo)

Pubblicato il 17/03/2022 08:38

Ricordate la storia di Rosanna Spatari? La titolare della famosa «Torteria» di Chivasso, al centro delle polemiche per aver ripetutamente “disobbedito” rifiutandosi di chiudere il suo negozio quando il Piemonte era in zona rossa o arancione, diventando punto di riferimento per i cosiddetti no vax. Bene, ha vinto lei. Sì, ieri la signora Spatari ha vinto il suo ricorso in Cassazione. Non ne troverete notizia da altre parti. Ne ha parlato però La Verità, raccontando di come i giudici abbiano stabilito che la signora non ha commesso il reato di «inosservanza dei provvedimenti dell’autorità», come si legge nella sentenza con cui la Cassazione ha annullato, senza rinvio, la conferma del sequestro preventivo da parte del Tribunale del riesame di Torino. (Continua a leggere dopo la foto)

Come scrive Sarina Biraghi, “secondo la Suprema Corte il fatto non è previsto dalla legge come reato con riferimento all’articolo 650 del codice penale. In sostanza la Spatari aveva sì violato le misure «anti Covid» in vigore in quel periodo, ma si trattava di violazioni non al Codice penale, come invece si affermava nel primo decreto governativo del 23 febbraio 2020, ma di sanzioni amministrative, come ben specificato nel decreto del 25 marzo 2020, dove erano state depenalizzate a sanzioni amministrative e, al massimo, ad una chiusura fino ad un massimo di 30 giorni. Il sequestro della «Torteria» era stato effettuato dopo che la titolare, considerata una pasionaria no vax, non aveva osservato il verbale di chiusura per 5 giorni emesso dai carabinieri il 27 gennaio 2021, l’ingiunzione del prefetto, le richieste di presentazione al comando della polizia locale di Chivasso il 29 gennaio e il 3 marzo 2021”. (Continua a leggere dopo la foto)

Insomma Rosanna non ha commesso alcun reato quando nei mesi del lockdown nella sua «Torteria» si ritrovavano i no vax che rifiutavano le disposizioni anti-pandemia. Ma quella della signora Spatari non è la sola vittoria contro le misure antidemocratiche del governo. A Palermo la Procura ha chiuso le indagini sui dati Covid falsi che sarebbero stati comunicati dalla Regione Sicilia al ministero della Salute in piena pandemia. “Secondo il Nas, che ha condotto l’inchiesta, per il «contenimento matematico dell’epidemia nell’isola» i dati giornalieri venivano falsificati al ribasso e alla fine per diversi mesi la pandemia era come il Dasoe (Dipartimento regionale per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico) decideva, aggiungendo numeri, sottraendoli, spostandoli, omettendoli, attraverso le «telefonate frenetiche» dell’ex dirigente del dipartimento dell’assessorato regionale alla Sanità, Maria Letizia Di Liberti”. (Continua a leggere dopo la foto)

Sotto inchiesta era finito pure l’assessore alla Sanità Ruggero Razza “di cui fece scalpore una sua frase intercettata mentre consigliava di ‘spalmare nei giorni i dati sui morti di Covid’. L’assessore, tornato al suo posto dopo un paio di mesi di dimissioni, chiese scusa ammettendo che fu «una frase infelice». Adesso la Procura ha notificato ai due ed anche ad altri quattro indagati l’avviso di conclusione delle indagini. E proprio i cosiddetti «morti spalmati» non sono oggetto di contestazione, in quanto il dato sarebbe stato irrilevante ai fini della classificazione del rischio.

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