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Sibilia, il grillino che ha fatto sparire (di corsa) dai social tutte le frasi anti-Draghi

Pubblicato il 18/02/2021 12:57

Il fine giustifica i mezzi, recita un vecchio adagio attribuito a Machiavelli. Soprattutto quando il fine è il più onorevole, la salvaguardia della preziosa poltrona. Questo deve aver pensato Carlo Sibilia, esponente del Movimento Cinque Stelle che ricopre attualmente l’incarico di sottosegretario degli Interni ma, nonostante la riconferma del titolare Luciana Lamorgese, rischia di dover fare le valigie ora che il capitolo Conte bis è definitivamente archiviato. Per evitarlo, il grillino si è giocato la carta della disperazione: nascondere da un giorno all’altro un passato pieno di post contro Mario Draghi e fingere entusiasmo e devozione nei confronti del nuovo premier.

E così ecco di colpo scomparsi dai profili social di Sibilia tutti i post contro Draghi, nella speranza di una conferma al Viminale. Con tanto di dichiarazioni al miele verso l’ex vertice della Bce: “Sono contento che si stiano creando le condizioni migliori per poter interloquire al meglio e senza pregiudizi con Draghi al fine di formare un governo politico, nel solco della responsabilità indicata dal presidente della Repubblica. Alle sue parole, il M5s risponde come è nel suo stile fin dagli albori: con il contributo di idee, che sono sempre per noi prioritarie rispetto ai nomi”. Eppure, basta guardare indietro, a qualche anno fa, per accorgersi che Sibilia non l’ha sempre pensata così, anzi.

Il 4 agosto 2014, per esempio, l’esponente del M5S oggi redento cinguettava: “Draghi: ‘Stati Ue cedano sovranità su riforme strutturali’, come diceva l’ottimo Beppe Grillo: Vaf***o!”. Errori di gioventù, si dirà. Ma il concetto veniva ribadito anche negli anni a seguire. Il 15 febbraio 2017, per esempio, Sibilia pubblicava un’immagine dell’autorizzazione con cui Draghi aveva dato l’ok all’acquisto di Antonveneta da parte di Monte dei Paschi di Siena, accompagnata dalla frase “È stato Draghi nel 2008 a ‘mettere Mps su un piano inclinato’. Oggi gli italiani pagano 8 miliardi per i suoi errori. bankster”.

Sibilia aveva poi invocato “l’arresto” di Mario Draghi, sempre in merito al crack di Mps. E nel luglio 2014 aveva presentato presso la Procura di Roma una denuncia “contro la finanza stragista” a carico “dei presunti cospiratori appartenenti al Gruppo Bilderberg, tra cui Monti, Draghi, Van Rompuy, Barroso e compagnia brutta, per la presunta violazione della Legge Anselmi”. Acqua passata. Oggi l’esponente del M5S, come tanti altri politici folgorati sulla via di Damasco, è corso a giurare fedeltà al nuovo premier, rimangiandosi tutto. Anche perché, nel suo caso, c’è da salvare una preziosa poltrona.

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