
E così i giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma hanno sferrato il loro colpo. Un colpo prevedibile: i dodici migranti portati in Albania devono essere riportati immediatamente in Italia. Tutti. Da ora.
Come avevamo già scritto nei giorni scorsi, l’esperimento del governo di accordarsi con l’Albania per dei centri si è andato a sbattere sui due scogli più grossi: la corte di giustizia europea e un pezzo di magistratura che, come accadde per Salvini, sembra non volerne sapere di accettare che la politica scelga, che il potere esecutivo governi. Siamo gli unici in tutta Europa ad aver ridotto drasticamente il numero degli sbarchi nei primi otto mesi dell’anno: questo è accaduto in virtù di quegli accordi bilaterali che testardamente la Meloni e il ministro Piantedosi hanno portato avanti anche quando a Bruxelles storcevano il naso.
Questo successo – ripeto, unico nel suo genere perché nessuno dei paesi più esposti sta facendo così bene – è andato storto alla Francia, alla Germania e a quei pezzi di Europa che evidentemente sono convinti che il futuro dell’Unione passi dalla demolizione delle identità nazionali e quindi da una contaminazione (apparentemente) senza regole: vedremo cosa succederà quando gli islamici diverranno la prima religione. La Corte di giustizia europea con una sentenza aveva già scritto il libretto di boicottaggio dei centri in Albania prima ancora che questi aprissero i battenti, fornendo così ai magistrati italiani il presupposto per smontare tutto. La politica fa, avallata dal popolo sovrano; la magistratura disfa, avallata da sé stessa. Un po’ quel che accadde a Salvini, il quale si trova a processo a Palermo per aver compiuto scelte politiche (ora, perché il leader leghista si ostini a farsi male convocando inutili manifestazioni col rischio di fare flop, non mi è chiaro; ma tant’è…). Processi e interdizioni giudiziarie come via per bloccare ogni tentativo di soluzione politica diversa. Ma la gente comune ha chiare poche cose: non sopporta più vedere che il numero crescente di immigrati arrechi danno, violenza, insicurezza e sia un concorrente sleale su un mercato del lavoro in affanno. Quindi, per la gente comune la scelta del governo di portarli via dall’Italia è convincente. Costa tanto? Se serve per disincentivare e non farli arrivare va bene tutto, dicono al mercato.
Aggiungo un ulteriore elemento di analisi: il cosiddetto modello Albania è una via obbligata che abbiamo dovuto intraprendere a causa del totale fallimento dell’Europa sul tema migrazioni. Fallimento totale. È un esperimento che, oltre ad aver fatto presa sui cittadini, può valere come matrice per ulteriori accordi bilaterali. In Europa l’interesse c’è e pure la Gran Bretagna ne osserverà i risultati. Quanto alla Francia ha ben poco da alzare la cresta: non solo applica dei respingimenti arbitrari ai confini con l’Italia e chiude un occhio a Calais dove i migranti partono nelle peggiori condizioni, ma Parigi con i suoi rigurgiti post coloniali impoverisce le ex colonie e costringe parecchi giovani a scappare. Ma nessuno convoca Macron per presentargli il conto.
L’Albania dunque è destinata a restare un modello possibile. E se la sinistra, le sue gazzette di riferimento e la magistratura ne impediranno lo svolgimento, per la gente comune sarà chiaro che non tutti vogliono risolvere una delle questioni più scottanti in Italia, in Europa e persino in America dove tra l’altro democratici e repubblicani hanno costruito un muro assai costoso per frenare i flussi migratori.