Fumata nera per la soluzione del “contenzioso” fra gestori delle pompe di rifornimento e il Governo Meloni. Il nodo da sciogliere relativo alle multe per gli esercenti che non espongono il prezzo medio del carburante all’interno del distributore è rimasto ben annodato e a nulla sono servire le minacce dei sindacati che ora si sono trasformate in azione. Anche se si sta lavorando ad un nuovo incontro fra le diverse sigle associative (Faib, Fegica e Figisc/Anisa) per il 19 il peggio sembra ormai non più scongiurabile (Continua dopo la foto)

Resta pertanto confermato lo sciopero per i giorni del 25 e 26 gennaio anche se alcune sigle sindacali lasciano aperta la porta per un accordo in extremis come spiega il presidente della Faib Giuseppe Sperduto: “Il tavolo è stato sufficientemente esaustivo rispetto alle nostre richieste, prima del 19 gennaio avremo della nuova documentazione rispetto alle richieste che abbiamo formulato. Lo sciopero resta congelato ma comunque convocato. C’è una posizione articolata rispetto alle tre sigle di categoria. L’impegno da parte della politica e del governo è fondamentale e importante”. Completamente su altre posizioni è il presidente di Fegica Roberto Di Vincenzo: “Non c’è stato nessun impegno concreto, i verbi restano al futuro, vedremo se da qui a giovedì ci saranno dei possibili passi avanti. L’incontro è stato piuttosto deludente visto che appena ieri sera è stato incardinato in Parlamento un Dl sui cui c’è tutta la nostra contrarietà. Non c’è niente che ci possa far dire che lo sciopero è stato revocato”