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“Abbandonati dallo Stato”. L’allarme del sindacato di Polizia: “Paghiamo le divise di tasca nostra”(VIDEO)

Pubblicato il 27/04/2023 15:20 - Aggiornato il 27/04/2023 16:27

Come vive, oggi, un poliziotto? E quali sono, in generale, le condizioni della polizia italiana? Domande alle quali ha cercato di dare una risposta il giornalista e blogger Robby Giusti, che ha intervistato Roberto Butelli, segretario provinciale del Siulp (Sindacato Italiano dei Lavoratori della Polizia) di Modena. “Il poliziotto italiano è il barbone d’Europa – ha ironizzato Butelli parlando della retribuzione – partiamo dai 1.400 euro di un agente di nuova nomina fino ad arrivare a me, che sono sovrintendente con 36 anni di servizio e non arrivo a 2.000 euro. Siamo decisamente sottopagati”. Gli agenti sono rimasti senza contratto per anni, “poi li hanno rinnovati per il triennio 2019-2021. Rinnovati a dicembre 2021 e scaduto nello stesso 2021. Gli aumenti previsti? Dopo tre anni di attesa, l’aumento medio è stato di 51 euro. Lo facciamo ovviamente per vocazione”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Robby Giusti polizia

C’è poi il problema dell’organico: “Secondo la riforma Madia – ha spiegato Butelli a Robby Giusti – dovremmo passare da 117.000 unità a 108.000 entro il 2027. Il problema è che siamo già meno di 99.000 a causa dei pensionamenti e del blocco delle assunzioni. Chiaro che siamo costretti a fare degli straordinari”.

Altra nota dolente, l’equipaggiamento: “Le auto sono sempre insufficienti e hanno cronometraggi altissimi. A volte per far uscire una volante bisogna aspettare che rientri la precedente. Gli apparecchi radio funzionano male, a volte dobbiamo usare il cellulare. Le uniforme? A volte dobbiamo comprarle di tasca propria, soprattutto quelle estive. I caschi per l’ordine pubblico delle questure e dei commissariati sono quelli introdotti per i Mondiali di calcio di Italia ’90. Qualche collega mi ha anche raccontato di essere rimasto senza benzina…”. (Continua a leggere dopo la foto)

L’addestramento prevede 12 giorni l’anno, ma “quasi nessuno riesce a farli sempre a causa delle esigenze di servizio. I problemi sono tanti, tra questi l’incertezza della pena: il senso di impunità porta chi delinque ad avere atteggiamenti sempre più spavaldi. Ogni 3 ore, in media, un equipaggio su strada viene aggredito, anche per un semplice controllo. Il lavoro del poliziotto è stressante e faticoso. La riforma Cartabia? Una sciagura, anche in presenza di reato non possiamo perseguirlo se non c’è la querela di parte. I cittadini si accorgeranno presto delle conseguenze”.

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