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Risparmi, allarme rosso. Ecco cosa sta succedendo ai conti correnti degli italiani

Pubblicato il 27/12/2022 12:45 - Aggiornato il 31/03/2023 15:37

Siamo riusciti a cavarcela bene durante la pandemia, ma ora ci troviamo in situazioni drammatiche a causa della guerra. Questa la fotografia scattata dal Centro studi dell’associazione di aziende Unimprese: nel periodo compreso tra agosto e ottobre 2022, gli italiani hanno prelevato dai conti correnti e da altre forme di risparmio 50 miliardi di euro, diminuendo così il totale del 2,4%. Il segnale di una forte difficoltà, causata dal rialzo dei prezzi dei generi alimentari e dal boom delle bollette, mai così care dopo l’esplosione del confitto in Ucraina. In cifre assolute, l’ammontare delle riserve delle famiglie e delle imprese depositate nelle banche è sceso da 2.097 miliardi di euro a 2.047 miliardi. Un fenomeno grave, considerando quanto importante sia nel nostro Paese, per tradizione, il risparmio privato. (Continua a leggere dopo la foto)

Un’altra associazione, il Codacons, ha segnalato un altro aspetto: gli italiani durante le festività di Natale hanno comprato meno che negli anni precedenti, ma speso di più. Il motivo? Inflazione e caro-bollette, che si sono abbattute sulle famiglie mettendole in fortissima difficoltà. “Stanno venendo meno le forze e le liquidità – ha spiegato a La Stampa la presidente Unimprese Giovanna Ferrara – è una situazione drammatica”. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo Unimpresa, un ulteriore indicatore del fatto che le famiglie stiano dando fondo alle proprie riserve, non riuscendo più ad arrivare a fine mese, arriva dal fatto che sono i conti corrente a far registrare il grosse del deflusso. Altre forme di risparmio come i depositi vincolati e rimborsabili, invece, sono più stabili. (Continua a leggere dopo la foto)

La grossa incognita rigurada il futuro. L’inflazione rallenterà o continuerà a mettere a dura prova gli italiani? Un altro problema, secondo Giovanna Ferrara, è che a causa dei minori depositi le banche potrebbero aumentare i costi di raccolta, che potrebbero ribaltarsi sui tassi applicati ai prestiti chiesti dai clienti.

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