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Rezza, i rapporti con la società che produce il vaccino per il coronavirus e la puzza di conflitto d’interessi

Pubblicato il 21/04/2020 15:37

“Non ho alcun conflitto di interessi”, dice subito Giovanni Rezza. Ed ecco qua che sul vaccino per sconfiggere il coronavirus si alza un’altra ombra. A provare a fare luce su una questione assai delicata e complessa ci provano Laura Margottini e Valeria Pacelli sul Fatto Quotidiano. Uno dei vaccini che al momento sembra “in testa” rispetto a tutti gli altri lo sta mettendo a punto una partnership tra l’azienda italiana Advent e lo Jenner Institute della Oxford University. Come spiega il Fatto “l’italiana Advent, coinvolta nel progetto, è una società fondata nel 2010 e controllata al cento per cento dalla Irmb Spa, azienda di Pomezia che si occupa di ricerca per nuovi farmaci e di cui è presidente del Cda Piero di Lorenzo, imprenditore con un passato da produttore televisivo. Del vaccino, una voce autorevole come Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), rispondendo a una domanda durante la conferenza stampa della Protezione Civile del 13 aprile, ha detto: ‘È un candidato promettente'”. Ma per Rezza la Irbm non è un nome nuovo… E qui veniamo al problema.

Ricostruiscono Margottini e Pacelli: “Il 30 marzo scorso è stato nominato vice presidente del Consiglio di amministrazione del Cnccs, Collezione nazionale di composti chimici. Si tratta di un consorzio pubblico-privato costituito nel 2010 dal Cnr, Consiglio Nazionale delle Ricerche (che detiene il 20 per cento delle quote), dall’Iss (10 per cento), mentre il restante 70 per cento è della Irbm. Quella di marzo scorso non è la prima carica di Rezza nel Cnccs. Era già successo nel 2010 quando fu nominato presidente del consiglio di amministrazione, carica cessata due anni dopo. E nel consorzio, in passato, nel 2016 (carica cessata nel 2019), è stato nominato vicepresidente del Cda anche un altro nome importante dell’Iss, ossia Walter Gualtiero Ricciardi, oggi consulente scientifico del ministro della Salute per Covid e dal 2014 al 2018 presidente dell’Iss”.

Ma torniamo a Rezza: per l’epidemiologo, insomma, il punto è che del consorzio Cnccs non fa parte la Advent ma la Irbm, che come detto è proprietaria della prima. “Ma anche se fosse – spiega Rezza al Fatto -, come dire, io sarei contento di far parte della cordata che fa il vaccino, ma non lo è. Advent produce il vettore, come l’ha prodotto per Oxford per quanto riguarda Ebola. Però lo spike, la proteina di superfice, l’ha ideata Oxford. Non conosco i dettagli, ma credo che sia l’università di Oxford a produrre il vaccino”. Come ribadito sul sito della Oxford University, infatti, Irbm non ha “elaborato” alcun vaccino, ma opera in conto terzi per Oxford, vero detentore del brevetto che include sia il vaccino che la tecnologia per trasportarlo nel dna delle cellule umane, cioè il vettore virale.

Irbm è una delle tre aziende che ha un contratto per produrre una certa quantità del vettore sviluppato da Oxford, un virus di scimmia inattivato che verrà usato per veicolare all’interno dell’organismo un gene in grado di innescare, si spera, il processo di immunizzazione contro Sars-CoV-2. Contattati dal Fatto, dall’ufficio stampa di Oxford Vaccine Group spiegano che “l’adenovirus in questione, denominato C hAdOxl, è stato sviluppato dall’Oxford’s Jenner Institute,” non da Irbm, che produrrà, per ora, adenovirus solo per la fase di trial clinico. Oxford specifica che “i test sull’uomo verranno condotti da Jenner Institute e dall’Oxofrd Vaccine Group”.

GLASGOW, SCOTLAND – FEBRUARY 19: Clinical support technician Douglas Condie extracts viruses from swab samples so that the genetic structure of a virus can be analysed and identified in the coronavirus testing laboratory at Glasgow Royal Infirmary, on February 19, 2020 in Glasgow, Scotland. (Photo by Jane Barlow – WPA Pool/Getty Images)

In chiusura di colloquio con Il Fatto Rezza ribadisce: “Non ne ho di particolari conflitti di interessi. L’unico interesse degli italiani, qualora si mettesse a punto un vaccino efficace, è quello di non essere gli ultimi ad averne dosi. Bisogna vedere se i vaccini saranno efficaci e tra quanto tempo saranno disponibili”. Ma qualche dubbio sul conflitto d’interessi c’è, eccome.

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