Teniamo bene a mente le cifre. La prima, quella monstre: 9 miliardi di euro; la seconda: 200 milioni di euro. La prima è riferita a quanto lo Stato ha messo a bando per una delle principali ossessioni dell’era Covid: le mascherine. La seconda è il costo medio per la realizzazione di un ospedale in Italia. Il conto è presto fatto, se la stessa cifra investita per le mascherine fosse utilizzata per la realizzazione o la riqualificazione di ospedali, quanti riusciremmo a farne? La risposta è clamorosa: 45. E Dio solo sa (ma anche gli italiani) quanto bisogno di ospedali c’è nel nostro Paese. E se una cosa la pandemia doveva farci capire era proprio quella. E invece no. “Le mascherine diventeranno come gli occhiali da sole”, aveva detto in fondo a inizio aprile un raggiante Fabrizio Pregliasco, uno dei televirologi che ha raggiunto maggior fama grazie alla pandemia. (Continua a leggere dopo la foto)
Si diceva: per le mascherine il governo ha messo a bando l’equivalente di 150 euro a testa. “Più o meno quello che ci costerebbe un bel paio di Ray-Ban”, commenta sarcastico Alessandro Rico in un suo approfondito articolo su La Verità dove snocciola tutti i numeri di questa ennesima follia. “Una cifra alla quale vanno aggiunti i circa 390 euro che, tra chirurgiche e Ffp2, ogni cittadino ci ha rimesso di tasca propria, per tentare di schermarsi dal contagio. O, più tragicamente – nel senso fantozziano del termine – per adeguarsi a leggi, decreti e dpcm. Anche quando, all’estero, il bavaglio stava ormai sparendo. La fotografia di Openpolis, che ha monitorato l’andamento della spesa pubblica nei due anni di emergenza Covid, è nitida: per la fissazione di Roberto Speranza, che ora fa di tutto per tenere imbavagliati almeno gli alunni, l’erario ha dovuto impegnare quasi 9 miliardi di euro”. (Continua a leggere dopo la foto)
È un importo pari a un terzo delle somme destinate agli acquisti pandemici. Scrive Rico: “In sostanza, più soldi per le museruole che per le vaccinazioni, sulle quali il governo ha comunque costruito non solo un culto parareligioso, bensì un regime vessatorio e discriminatorio. Per la campagna di somministrazioni, infatti, gli stanziamenti sono stati di poco inferiori a 6 miliardi e 300 milioni, più o meno un quarto del totale. Il resto se n’è andato per tamponi (3 miliardi e mezzo), terapie intensive e farmaci (2 miliardi e 200 milioni), banchi a rotelle (1 miliardo e 300, firmati Arcuri e Lucia Azzolina), sanificazioni e altri arredi sanitari. Nello schema di Openpolis, in realtà, emergono sensibili discrepanze tra i prezzi fissati alla pubblicazione delle varie gare d’appalto, cioè gli importi a base d’asta, e i prezzi effettivi di aggiudicazione dei lotti. La difformità più stupefacente riguarda proprio le vaccinazioni: i soldi messi a bando sono quasi 6 miliardi e 300 milioni, mentre, calcolando i prezzi di aggiudicazione, non si arriva nemmeno a 300 milioni di euro. Da dove origina una forbice tanto larga?”. (Continua a leggere dopo la foto)
Un’ipotesi è che i decreti di aggiudicazione non vengano comunicati ad Anac, cioè la fonte utilizzata dalla fondazione, con la stessa tempestività con cui viene comunicato il bando di gara. “Se fosse così, significherebbe che, per qualche ragione, a Roma si sbrigano a far sapere all’autorità anticorruzione quante risorse sono state mobilitate, mentre se la prendono con calma quando devono trasmettere i numeri delle effettive erogazioni, a fronte degli eventuali ribassi in fase di gara. Ad esempio, nell’agosto 2020, furono messi a bando 749 milioni per le mascherine, ma Fca aveva poi ottenuto l’appalto per 237,4 milioni. Osservando dunque le cifre effettive di aggiudicazione, la spesa complessiva per i dispositivi di protezione scenderebbe – si fa per dire – a 5 miliardi: 83 e rotti euro pro capite”. (Continua a leggere dopo la foto)
Bilancio finale: “In termini di denaro impegnato, il business dell’emergenza è valso 24,5 miliardi in due anni. Questo, sì, è sorprendente, perché rispetto al monitoraggio di maggio 2021, la cifra è cresciuta ‘appena’ di 1 miliardo. È difficile credere che, quest’estate, gli italiani scendano in spiaggia mascherati. E che, al ritorno delle vacanze, sulle pelli abbronzate, oltre al segno dei costumi, ci sia quello delle Ffp2. Pregliasco e Speranza se ne dovranno fare una ragione. Per la rivincita degli ipocondriaci, basterà pazientare fino all’autunno…”.
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