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Ecco perché i pronto soccorso sono affollati e al collasso. Altro che Covid!

Pubblicato il 29/07/2022 13:27

Mentre si sono spesi, e si continuano a spendere, miliardi su vaccini dalla dubbia efficacia, il sistema sanitario italiano e gli ospedali sono al collasso. Invece di spendere quei soldi per sieri che stanno scadendo in frigo, forse era il caso di assumere personale. Ogni ospedale lamenta la stessa cosa: mancano medici e infermieri. Va aggiunto anche che, sempre nella folle gestione pandemica di Speranza, molti medici e infermieri sono sospesi o licenziati per l’inconcepibile e antiscientifico obbligo vaccinale. E così la Società Italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza rileva che gli accessi al Pronto soccorso sono aumentati di circa il 20% rispetto allo scorso anno, mentre il personale è decisamente mancante. Anche il numero di pazienti che permane a lungo in Ps in attesa di ricovero aumenta con le stesse proporzioni. (Continua a leggere dopo la foto)

La carenza di personale medico e infermieristico è grave: 600 i medici dell’emergenza e urgenza che nel 2022 si sono dimessi dai Ps, al ritmo di circa 100 unità al mese. Come si legge su Quotidiano Sanità, “gli addetti ai lavori la definiscono la peggiore estate da quando esiste l’Emergenza Urgenza. Il Pronto Soccorso italiano è allo stremo e la ragione è chiara: le richieste superano di gran lunga le possibilità di risposta. Il dato concreto è questo: un numero sempre maggiore di persone si rivolge ai DEA ed ai PS, strutture che non possono delegare ad altri e che non hanno orari di chiusura. Solo orari di ricevimento. Le ultime rilevazioni a campione della Società Italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza (Simeu) registrano un dato semplice: incremento dei pazienti + diminuzione degli operatori = aumento esponenziale delle attese di ricovero, risorse umane in esaurimento, diminuzione della qualità di servizio”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ma si stima che rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso gli accessi al Pronto Soccorso possano essere mediamente aumentati di circa il 20%. “Sono dati medi, che ci provengono da una rilevazione a campione sul territorio nazionale. In realtà alcuni colleghi riferiscono di situazioni anche peggiori – spiega Beniamino Susi, Vicepresidente Nazionale Simeu e responsabile del rapporto con le Regioni – nel Lazio, come esempio, nella giornata del 22 luglio scorso risultava preso in carico un cittadino ogni 1.325 abitanti. Sono numeri impressionanti, da maxi emergenza”. Anche il numero di pazienti che permane a lungo in Pronto Soccorso in attesa di ricovero – il boarding – aumenta con le stesse proporzioni. (Continua a leggere dopo la foto)

L’Italia registra un numero reale di posti letto/abitante insufficiente. “Non solo lunghe, irrisolvibili attese ma anche impossibilità oggettiva di rispondere adeguatamente a tutte le necessità dei pazienti da parte dei sottodimensionati operatori che intanto continuano a diminuire. Sommando le cause, gli operatori subiscono un incremento dell’intensità, del carico di lavoro personale non inferiore al 50% rispetto al 2021, che in questo stesso periodo non registrava né un’ondata di Covid né una simile e persistente ondata di calore”. Questi i dati che la Simeu ricorda: “600 i medici dell’emergenza e urgenza che nel 2022 hanno scelto di dimettersi dai pronto soccorso, al drammatico ritmo di circa 100 unità al mese; 4.200 sono i medici che mancavano nei pronto soccorso italiani nelle rilevazioni dello scorso novembre”. (Continua a leggere dopo la foto)

La situazione degli infermieri è meno quantificabile ma certamente le carenze non sono inferiori. “Il rapporto infermiere paziente in un pronto soccorso è di circa 1 ogni 20 assistiti. I parenti lamentano che i loro cari, nelle lunghe attese, non ricevono sufficiente cibo, acqua, assistenza ordinaria oltre che medico-infermieristica”. Speranza, però, pensava ai vaccini, ai licenziamenti e alle sospensioni.

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