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“Puzzano e fanno male al viso”: genitori e studenti non vogliono più le mascherine di Arcuri

Pubblicato il 08/05/2021 10:02 - Aggiornato il 08/05/2021 23:21

Vi avevamo già raccontato, attraverso le pagine de Il Paragone, dell’ennesimo flop dell’ormai ex commissario all’emergenza Domenico Arcuri, capace di lasciare agli italiani, come perfetto testamento, un altro dei suoi disastri: 154 milioni di euro spesi in mascherine da consegnare alle scuole, che non sapendo più dove metterle finiscono spesso per rimandarle addirittura indietro. Uno spreco, l’ennesimo, della sua fallimentare gestione. Raccontato ora anche attraverso le pagine de La Nazione da alcuni presidi che si sono trovati a fare i conti con scatoloni e scatoloni pieni di inutili dispositivi protettivi.

In totale parliamo di 1 miliardo e 825 mila mascherine, la maggior parte delle quali sono finite nei magazzini delle scuole, inutilizzate. Con i ragazzi che, scherzosamente, le hanno già ribattezzate “giarrettiere” o “assorbenti”. E con i presidi che, disperati, non sanno più dove metterle, visto che tra l’altro si tratta di materiale infiammabile che va conservato in sicurezza. Sulla base del contratto firmato dalla struttura commissariale all’epoca capeggiata da Arcuri, ne sono state prodotte 130 milioni a settimana. Senza stop previsti nemmeno per i tanti mesi in cui i ragazzi sono rimasti a casa, obbligati alla Dad. Con il risultato di un accumulo continuo, che ha riempito i magazzini e spinto diversi dirigenti a rispedirle indietro: “Non sappiamo cosa farci”.

A complicare il quadro c’è poi il problema della qualità delle mascherine stesse, ritenuta scadente da molti genitori. “Il tempo di indossarle qualche minuto e già si rompe l’elastico”. E ancora: “La prima cosa che colpisce è il cattivo odore, come di plastica, di qualcosa di chimico. Preferiamo comprarcele da soli e non correre rischi”. Anche perché, a causa dell’orario lungo, i bambini sono costretti a indossarle per ben otto ore. E così ecco testimonianze come quella di Chiara Rubbini, mamma che a La Nazione ha spiegato: “Le ho archiviate in un cassetto, mia figlia non le vuole. Fanno una puzza terribile e si rompono, così compriamo quelle chirurgiche in farmacia”.

ScuolaZoo, la community di studenti più grande d’Italia con oltre 4 milioni di follower su Instagram, ha lanciato proprio in queste ore un sondaggio sulle mascherine. Il risultato? Secondo l’82% dei ragazzi che hanno risposto al questionario, i dispositivi non sono di buona qualità: il 62% ha sottolineato il cattivo odore, per il 75% non aderiscono nemmeno bene al viso. Addirittura il 96% ha confessato: “Preferisco portarmi la mascherina da casa”. L’ennesimo capolavoro di Arcuri, costato nel frattempo all’Italia oltre 150 milioni di euro.

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