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Protesta in strada e lo costringono ad un “Trattamento Sanitario Obbligatorio”. L’incredibile storia di Dario Musso

Pubblicato il 12/05/2020 10:45 - Aggiornato il 12/05/2020 13:02

Sembra surreale, ma è una storia realmente accaduta. Secondo quanto raccontato da il “Giornalettismo” un ragazzo di 33 anni, Dario Musso, nel comune di Ravanusa in provincia di Agrigento, è stato sedato e sottoposto a TSO, trattamento sanitario obbligatorio.

I video testimoniano l’unica cosa che il ragazzo stava facendo: manifestando. Dario si trovava in macchina e stava utilizzando un megafono per comunicare il suo dissenso. Un comportamento che si può condividere o meno, così come i contenuti espressi dal giovane e le modalità. 

A questo punto però – racconta “Livepress” – succede che “l’auto del giovane viene circondata dalle forze dell’ordine, il finestrino lato passeggero viene sfondato e lui trascinato fuori. Dario non reagisce, anche se viene immobilizzato dai carabinieri mentre un uomo con indosso un camice bianco gli inietta, quello che poi verrà identificato come un sedativo”. 

I familiari parlano di condizioni aberranti, con il 33enne legato con mani e caviglie al letto. Il sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo, è accusato di aver preso questa decisione – eccessiva – nei confronti del giovane che, secondo la famiglia e gli avvocati, stava solamente esprimendo il proprio pensiero rispetto a questa situazione. 

Il sindaco può emettere,  il provvedimento di TSO, in deroga alla legge costituzionale, attraverso un’ordinanza motivata. Come riporta “Livepress” sembrerebbe però che sull’ordinanza emanata dal sindaco di Ravanusa nei confronti di Dario Musso, la motivazione manchi. Formalmente la procedura è stata rispettata perché esiste il parere firmato da due medici che però, secondo quanto asserisce il fratello di Dario, non hanno mai visitato il ragazzo e sembrerebbe non lo conoscano neanche. Inoltre, Il sindaco, non era presente sul luogo e quindi non ha avuto modo di constatare personalmente lo stato dei fatti.

Il Comune di Ravanusa, finito nella bufera per quanto accaduto, prova a fornire una propria ricostruzione dei fatti con un comunicato inizialmente condiviso anche sulla pagina Facebook istituzionale che riportava il pensiero del sindaco Carmelo D’Angelo.

Il Comune di Ravanusa, in sintesi, sostiene che la decisione di sottoporre sia stata presa dai medici, come da protocollo e che Dario Musso non sia stato sottoposto a TSO per «comportamenti d’opinione». La vicenda, però, non si spegnerà con questo comunicato stampa. Una vicenda che necessita assolutamente chiarezza.

Ci auguriamo comunque che siano altre le motivazioni che hanno spinto le istituzioni a prendere una misura così estrema. Un argomento molto delicato questo, specie in questi giorni in cui la libertà di manifestare il proprio pensiero è minata e punita a suon di manganelli da 400 euro. Anche se chi manifesta lo fa rispettando  le misure di sicurezza, in maniera pacifica e composta. La recessione non riguarda più solo la parte economica. Difendiamo il diritto di manifestare e di far valere i nostri diritti.