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Pregliasco supera ogni limite: “Niente scuola per i bambini non vaccinati”

Pubblicato il 10/11/2021 08:12

Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano, lancia l’ennesima bomba sul futuro dei bambini per cui è imminente, nella fascia 5-11 anni, l’approvazione del vaccino anti-Covid. Anche il televirologo si unisce al coro che si sta levando da ogni parte contro i bambini, i nuovi colpevoli dell’imminente quarta ondata, gli untori da convertire. Siamo, fondamentalmente, alla follia. Ha affermato infatti Pregliasco, alzando ancora di più l’asticella e dando l’ennesimo calcio alla Costituzione e allo stato di diritto: “Sarà una decisione difficile da prendere, anche perché non mi aspetto un grande entusiasmo da parte dei genitori”. (Continua a leggere dopo la foto)

Dice Pregliasco ad Affari Italiani: “L’importante è che si vaccini almeno la metà della fascia 5-11 per tenere aperte le scuole ed evitare il ritorno alla dad e la diffusione della malattia, la decisione se stringere o meno sulla frequenza scolastica verrà presa in base all’andamento dell’epidemia. Non si può escludere che si decida di vietare la scuola per i bambini non vaccinato, dopo un certo periodo di tempo dal via libera alla campagna”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il televirologo detta la linea delle tempistiche al governo: “Da quello che sappiamo ad oggi il via libera dell’Ema dovrebbe arrivare entro la fine di questo mese per poi dare il via alla somministrazione delle dosi da dicembre”. Pregliasco poi si decide largamente favorevole alla somministrazione del vaccino in questa fascia di età: “In questo momento ritengo opportuno e necessario vaccinare anche questa fascia d’età, visto che la variante Delta coinvolge maggiormente i giovanissimi”. (Continua a leggere dopo la foto)

Conclude Pregliasco: “L’obiettivo ovviamente è quello di contenere la diffusione della malattia, e comunque anche per loro non è più una passeggiata il Covid. Sotto i 18 anni abbiamo avuto 350 casi di ricoveri in terapia intensiva e 33 decessi, circa l’1% dei contagiati. Non solo, anche la sindrome che assomiglia alla Kawasaki e long Covid iniziano a essere rilevanti. In percentuale i bambini vengono certamente meno colpiti dei loro nonni, ma è una problematica da non sottovalutare”.

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