Il governo sta lavorando per trovare la quadra sull’importantissimo e nevralgico tema delle pensioni. L’obiettivo è quello di impedire il ritorno in auge della legge Fornero sulle pensioni nel 2023. E così sarebbe già pronto un piano di riforma “ponte” per il prossimo anno sulla previdenza, vista la scarsità di risorse disponibili. Come fa sapere Il Tempo, “il progetto, chiamato Quota 103, prevede dal primo gennaio 2023 e per i restanti 12 mesi, l’uscita dal mondo del lavoro con 62 anni d’età e 41 di versamenti che andrebbe a sostiture gli attuali 64 anni e 38 di versamenti. Sono quasi 45mila i lavoratori che potrebbero sfruttare questa via per andare in pensione. Questo strumento sostituisce Quota 102, che avrebbe consentito il pensionamento con 64 anni e 38 di contribuzione. Questo canale di uscita si affiancherà all’Ape sociale e a Opzione donna, strumenti di flessibilità pensionistica pensati per le donne con carriere discontinue (Opzione donna) e per i lavori usuranti (Ape Sociale), che verranno prorogate ancora una volta insieme alle vie di pensionamento ‘ordinarie”. (Continua a leggere dopo la foto)
Nel dettaglio, spiega Affari Italiani: “Quota 103, quasi fatta. L’ufficialità arriverà nelle prossime settimane. Nella manovra saranno pochi i soldi per le pensioni. Per individuare una misura che superasse l’attuale Quota 102 restava all’esecutivo una cifra vicina al miliardo. Poco, ed è per questo motivo che è tramontata Quota 41 senza limiti d’età. Si rende così necessario un requisito anagrafico, individuato a 62 anni, da affiancare ai 41 anni di contributi. Quasi 45mila i lavoratori che potrebbero sfruttare questa via per andare in pensione”. Secondo Il Sole 24 Ore, il costo del mix “62+41” (Quota 103) “dovrebbe avvicinarsi ai 700 milioni, rendendo così possibile la destinazione della restante fetta della dote al prolungamento di un anno di Opzione donna, che consente alle lavoratrici di accedere alla pensione anticipata con il ricalcolo contributivo dell’assegno, e dell’Ape sociale”. (Continua a leggere dopo la foto)
Sulla conferma di Ape sociale e Opzione donna per il 2023 dubbi non ce ne sono mai stati: c’è anche l’ok dei sindacati. “Il cosiddetto anticipo pensionistico, ormai a tutti noto come Ape, è un progetto che consente il prepensionamento, senza alcun onere economico, a specifiche categorie di lavoratori che abbiano raggiunto una certa età anagrafica (più altri requisiti). L’Ape sociale, dove Ape sta per anticipo pensionistico, è un’indennità erogata da parte dello Stato destinata a soggetti – al momento basata su 63 o più anni di età in particolari condizioni di difficoltà, per esempio perché hanno svolto per anni lavori gravosi o perché assistono un coniuge con una disabilità o ancora perché si sono ritrovati disoccupati senza la possibilità di diventare a tutti gli effetti pensionati per motivi di età – che hanno necessità di un aiuto economico prima di poter accedere alla pensione di anzianità”. (Continua a leggere dopo la foto)
L’Ape sociale, introdotta nel 2017, con l’ultima manovra è stata prorogata anche al 2022. Succederà lo stesso pure nel 2023. “Opzione donna permette invece di lasciare il lavoro, ricalcolando però tutto l’assegno col sistema contributivo (e perdite sulla pensione netta mensile che possono arrivare anche al 30 per cento), avendo maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni ed un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le autonome. Con qualche possibile minima modifica, anche questa opzione di pensionamento anticipato sarà confermata l’anno prossimo”.
Ti potrebbe interessare anche: “L’Italia ha ragione!” Le Pen spara a zero contro Macron: “Ipocrita”