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Caos Pd, sondaggi horror. Letta sbaglia tutto ed è già sotto tiro: c’è la prima fronda

Pubblicato il 11/06/2021 11:08

Va bene che sono allenati a balenare nel caos, ma nessuno si sarebbe aspettato che Letta sarebbe finito sotto tiro già dopo così poco tempo. Certo, lui ci ha messo del suo, sbagliando lo sbagliabile e facendo precipitare il partito nei sondaggi. “Con battaglie identitarie, come lo Ius Soli e la tassa di successione, il Pd resta inchiodato tra il 18 e il 20%”, è la critica al segretario del partito Democratico, rivelata da Adnkronos e arrivata dall’assemblea del gruppo al Senato dove ieri mattina è andata in scena una piccola “fronda”. E non è la prima volta. Tra gli interventi quelli di Andrea Marcucci, Gianni Pittella, Stefano Collina, Salvatore Margiotta. (Continua a leggere dopo la foto)

L’ex capogruppo Marcucci attacca: “Il Pd deve tornare ad essere incisivo ed attrattivo. Basta con le bandiere identitarie, che non possono essere approvate in questo Parlamento, tipo tassa di successione, voto ai 16enni, Ius soli e Mattarellum. Vanno portate avanti battaglie riformiste, per rilanciare l’Italia, adesso. Draghi è il nostro Presidente del Consiglio, non distinguiamoci per farci dire sempre no. Con questo approccio, iniziamo il confronto con le forze liberal democratiche, senza dimenticare il possibile rapporto con il M55”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il punto è che Letta fatica, non tiene una linea precisa, è ondivago e arranca nei sondaggi. Superato ormai da Fratelli d’Italia, l’ex premier tornato da Parigi per risollevare le sorti della sinistra lasciata da Nicola Zingaretti è già sotto lo schiaffo delle correnti e rischia di essere subito impallinato. Si è messo a litigare quotidianamente con Matteo Salvini alla ricerca di visibilità, ma uscendone con le ossa rotte. E la sensazione è che nel governo il Pd conti sempre meno. (Continua a leggere dopo la foto)

Come scrive anche affaritaliani.it, “con il presidente del Consiglio Mario Draghi il rapporto è di alti e bassi. Passerà alla storia il ceffone con il quale il premier ha liquidato la proposta di Letta di tassare i ricchi per finanziare la dote ai 18enni. Senza parlare delle battaglie identitarie con il ddl Zan e soprattutto lo Ius Soli che, con un governo di larghe intese nel quale fa parte anche la Lega, sono destinate al palo”. Infine, le amministrative, dove il Pd rischia una sonora sconfitta, e a quel punto Letta verrà accompagnato di nuovo alla porta.

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