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Paragone: “Parlamento neutralizzato, Mattarella è complice. I 5S? Cagnolini del PD”

Pubblicato il 17/08/2020 11:05 - Aggiornato il 17/08/2020 13:34

Gianluigi Paragone è più carico che mai. I sondaggi sorridono al suo nuovo partito, Italexit, e il senatore cavalca l’onda, dando bordate a destra e a manca, dal ruolo del Parlamento e di Mattarella fino a Monti e Grillo. In un’intervista realizzata da Federico Novella per La Verità, Paragone racconta il suo sovranismo al cubo, dichiaratamente antisistema e anticasta, ma non lesina stoccate al suo ex partito e al leader Di Maio: “Vuole il taglio dei parlamentari per ridurre i costi della politica, ma è a capo di un ministero che costa l’ira di Dio. Prima di fare il moralizzatore, faccia chiarezza sulle poltrone date agli amici di Pomigliano. Quando finirà questa camurrìa, parleremo di soldi veri. E chiederò che venga tolto il segreto dall’accordo governo/Fiat sulla garanzia pubblica. E in quel caso stiamo parlando di 6 miliardi”.

Sull’imminente referendum Paragone è chiaro: “Non appassionerà gli italiani. Io ho votato per il taglio, ma mi chiedo: siamo sicuri che il problema sia il numero dei
parlamentari, e non un Parlamento svuotato dei suoi poteri? II primo a farsi queste domande dovrebbe essere il capo dello stato. È il primo complice della neutralizzazione del Parlamento. Penso all’abuso della decretazione d’urgenza e al ricorso ai Dpcm. La sua assenza pesa. Forse anche lui è implicato nel nuovo paradigma della democrazia bonapartista che svuota di senso le assemblee popolari”.

Giuseppe Conte è stato indagato per la gestione dell’epidemia. Paragone commenta: “Finirà a tarallucci e vino, lo sappiamo tutti. Adesso trovo più grave il business sulla salute dei cittadini. Non voglio essere sottoposto obbligatoriamente alla sperimentazione sul vaccino. Vedo troppa leggerezza su questo argomento. Mario Monti a capo della commissione Oms sulla salute? Sarà al servizio delle
multinazionali del farmaco, e la sua nomina non è casuale. Dovremmo fare come Donald Trump: l’Italia non dovrebbe versare un euro a quel carrozzone corrotto che è l’Organizzazione mondiale della sanità”.

Sulla fine che ha fatto il Movimento 5 Stelle Paragone commenta: “Mi fanno sorridere. Sono passati da Rousseau a Napoleone, senza conoscere né l’uno nell’altro. Erano una forza spettinata e antisistema: oggi sono degli scappati di casa che con il sistema stringono accordi. L’intero movimento è un fake, un imbroglio politico. E Beppe Grillo non fa più ridere. I 5 stelle sono il cagnolino ammaestrato del Pd. Appena hanno visto l’autoblu hanno perso la testa. Magari si fossero venduti per il potere: li fanno scodinzolare con due crocchette”.

Nella corsa al Campidoglio, spiega Paragone, “candidiamo Monica Lozzi, cioè la persona che ha disposto l’abbattimento delle case dei Casamonica. L’unico atto positivo della giunta Raggi non è farina del sacco della Raggi”. Per Piepoli Italexit è al 4%, più di Italia Viva di Renzi: “Questi numeri sono destinati ad aumentare. I soldi dell’Europa non arriveranno perché non esistono. Non atterreranno mai sull’economia reale. A fine anno i soldi dell’Europa serviranno a riparare i danni delle banche, sommerse dai crediti deteriorati”.

Paragone poi spiega la differenza tra il suo sovranismo e quello di Lega e Fdi: “Il nostro primo obiettivo è quello di uscire dall’Unione europea e monetaria senza se e senza ma. A noi di correggere l’Europa non ce ne frega niente. Non si può recuperare la maionese impazzita. Non esiste l’Unione europea: esiste l’Unione germanica che ha sostituito il marco con l’euro, affamando i Paesi del Mediterraneo. Ci continuano a raccontare che uscendo dall’Europa arriveranno i mostri: lo spread, la svalutazione. Balle”. Sulla strategia per le elezioni politiche Paragone è chiaro: “Possiamo fare alleanze: ma non se il centrodestra candida Mario Draghi al Quirinale. Non se continuano a orbitare intorno al Partito popolare europeo. Non se continuano a dire che vogliono più mercato e meno Stato”.

“Siamo socialisti? Macché: lo Stato è forte anche negli Usa. In Gran Bretagna le infrastrutture nevralgiche sono pubbliche. Mica le privatizzano a cavolo, come stiamo facendo noi. Conte statalizza senza Stato. Se attivi la Cassa depositi e prestiti senza avere una politica industriale, è soltanto una partita di giro. Svendono l’Italia ad Angela Merkel. Possibilmente con lo strozzinaggio legalizzato del Mes, mentre l’Unione Europea fa evadere a norma di legge 1.000 miliardi all’anno: pensare che il nero dei ristoranti sia il dramma del nostro Paese è roba da fuori di testa. Se sono mezzi vuoti, legalizzare il nero dà sopravvivenza. Sogno una banca centrale italiana, una politica del lavoro che combatta lo sfruttamento, dia incentivi alle piccole imprese senza regali alle multinazionali. E non mi va bene neanche la digitalizzazione sfrenata”.

Paragone dunque affronta il tema del 5G: “Un’arma che diamo in mano ai cinesi. Possiamo vivere tranquillamente senza. Piuttosto, preferisco difendere il diritto all’acqua pubblica”. Sul debito pubblico Paragone spiega: “Abbiamo riparato il debito meglio di tutti gli altri Paesi dell’eurozona. Non è servito. Andiamo a vederli, questi imbroglioni dei mercati. Ci facciano vedere se hanno davvero il coraggio di farci saltare. E poi vediamo cosa succede nel mondo. Ci sono precisi equilibri tra gli Stati, e per questo, ad esempio, la Cina non smetterà mai di comprare debito americano. Se perdiamo di vista gli Stati e ci arrendiamo ai meta-Stati, ecco che le dinamiche speculative prendono il sopravvento. Ma le nazioni, comunque sia, non moriranno”.

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