ItalExit, con il suo leader Gianluigi Paragone, ha presentato due importanti emendamenti al Decreto Aprile del governo Draghi. Il primo chiede l’abrogazione dell’obbligo vaccinale per i sanitari. Il secondo chiede il reintegro dei costi fissi di bollette energia e gas per seconde case e aziende che abbiano ridotto i propri consumi per misure anti Covid. Perché sulle bollette luce e gas sono stati registrati costi fissi fino al 62% anche in assenza di consumi. (Continua a leggere dopo la foto)

Mentre in Italia si allarga di giorno in giorno il fronte dei sanitari contrari all’obbligo vaccinale, il senatore Paragone insiste nella sua battaglia: “Vogliono imporre l’obbligo in una situazione di incertezza totale: concedono lo scudo penale a chi somministra il vaccino, ma al tempo stesso chi lo riceve deve firmare il consenso informato. Il vaccino non deve solo essere sicuro, ma deve anche dare sicurezza. Fintanto che non c’è chiarezza assoluta sulla sperimentazione, non può esserci l’obbligatorietà. Io non sono No-vax: chi vuole farlo deve essere messo nella condizione di poterlo fare. Ma io, ad esempio, non mi vaccinerò, e non posso avallare nessun atto legislativo finalizzato all’obbligatorietà”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Se fanno passare l’obbligo ai sanitari, poi a cascata lo faranno a tutta la pubblica amministrazione. Questo è inaccettabile”. In un’intervista a Il Tempo di qualche giorno fa, Paragone aveva anticipato il suo emendamento: “Se passa il principio per cui una categoria professionale debba per legge avere una protezione dedicata, nulla esclude che un secondo gruppo di lavoratori sia parimenti costretto a fare altrettanto. E allora non va bene. Anche perché il concetto giuridico della obbligatorietà ad categoriam perde persino consistenza laddove non vi sono dosi garantite per tutti coloro che volessero sottoporsi alla profilassi. In altre parole, può uno Stato che non ha dosi sufficienti per tutta la popolazione che volesse vaccinarsi imporre ad alcuni il vaccino?”. (Continua a leggere dopo la foto)

La risposta la offre lo stesso Paragone: “No, perché viene meno un principio fondamentale garantito dalla Costituzione per cui il diritto individuale alla Salute è minato dalla scarsità di vaccini a disposizione, pertanto un governo non può decidere di sottrarre un pezzo di diritto a vantaggio di una categoria”. Insomma, in conclusione Paragone ritiene che questa storia del vaccino obbligatorio è “un altro pezzo della confusione in atto”.
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