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Paolo Maddalena avverte: “O stampiamo moneta o svenderemo l’Italia”

Pubblicato il 15/05/2020 12:52

Il professor Paolo Maddalena è Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”. Ogni volta i suoi pareri e le sue constatazioni sono illuminanti. E anche stavolta, in un pezzo scritto per lantidiplomatico.it, a margine del varo del cosiddetto “Decreto Rilancio” da parte del Consiglio dei Ministri, non ha deluso le aspettative. Scrive Paolo Maddalena: “Si parla di 55 miliardi, emessi a deficit. Intanto in Europa si discute di nuovo del Recovery Fund, per la cui concessione si profilano limiti importanti, e cioè la garanzia degli Stati, e ulteriori forme di controllo da parte della Commissione”.

“È importante – sottolinea Paolo Maddalena – la notizia che Spagna, Grecia e Portogallo, affermano di avere una buona posizione nei riguardi dei mercati, e che non faranno riferimento al Mes. In questo quadro appare più tosto evidente che lo sforzo prodotto dall’Italia, aumentando il proprio deficit, con ogni probabilità sarà insufficiente per raggiungere i fini proposti. Altra notizia di rilievo è che l’Unione europea ha concesso, in data 12 maggio, una deroga al diniego degli aiuti di Stato, previsti dai trattati, per aiutare imprese e banche, con somme parametrate alla situazione di bilancio dei singoli Stati, per cui, mentre la Germania potrà indebitarsi per 1000 miliardi, l’Italia non potrà indebitarsi oltre i 300 miliardi”.

“Quello che stupisce – analizza Paolo Maddalena – nel descritto quadro è che in Europa impazza il pensiero neoliberista e non c’è nessun paese che pensi a stampare moneta. Fatto che evidentemente vede ostile la Germania e l’Olanda in particolare, oltre l’Austria e altri Paesi del Nord, che concepiscono l’economia liberista un sistema che li avvantaggia ai danni dei Paesi più deboli. È sintomatico che la Svezia, che non fa parte della zona Euro, ha deciso di stampare 30 miliardi, come fanno del resto Usa, Giappone, Cina e gli altri Stati del mondo”.

E infine veniamo alla questione nevralgica che Paolo Maddalena spiega così. “In questa situazione appare evidente che l’Italia è stata messa all’angolo e che sarà molto difficile per noi uscire indenni da questa impasse economico. Sarebbe suicida per noi attingere al Mes e anche al Recovery Fund, che costituirebbero altri nodi scorsoi stretti al collo, peggiorando così la nostra situazione, ed appare evidente che l’unico rimedio che abbiamo è quello, reso necessario dalla situazione in cui ci troviamo, di stampare moneta.Infatti se si pensa che tutto il nostro enorme deficit deve essere garantito dallo Stato, è evidente che le nostre garanzie si riducono all’intero territorio italiano con tutte le fonti di produzione di ricchezza che esso contiene”.

In conclusione, Paolo Maddalena sostiene: “La nostra salvezza, oggi più che mai, è affidata ai principi della nostra Costituzione, la quale, all’articolo 11, sancisce che l’Italia: ‘consente a limitazioni di sovranità’, ‘in condizioni di parità con gli altri Stati’, al fine di ottenere un ordinamento ‘che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni’, e non per far prevalere gli interessi di altri Stati, nonché l’articolo 117, comma 1, lettera e), che attribuisce alla legislazione esclusiva dello Stato la tutela della moneta e del risparmio. Dunque, non ci resta altra strada se non quella di immettere moneta a corso legale nel nostro territorio (fatto che, nella situazione in cui ci troviamo, non può ritenersi vietato dai Trattati) e provvedere nel modo più ampio possibile alle nazionalizzazioni dei servizi pubblici essenziali, delle fonti di energia e delle situazioni di monopolio, come prevede l’articolo 43 della Costituzione”.

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