Mentre il governo è al lavoro su nuove chiusure per contrastare l’emergenza coronavirus, ormai quasi del tutto convinto dell’inevitabilità di un nuovo lockdown nonostante le proteste di tantissimi rappresentanti di categoria, la conta dei danni è già salata dopo le ultime restrizioni varate con il Dpcm annunciato da Conte. Tra i tanti settori che soffrono le misure adottate, a lamentare perdite ingenti è soprattutto il mondo delle associazioni sportive, che ha già stimato un pesantissimo -8,5 miliardi per il 2020, il 70% dei 12 miliardi fatturati dai 100 mila centri sparsi per il territorio che occupano, complessivamente, un milione di lavoratori.
Personale, quello impiegato tra piscine, palestre e campi, che ora rischia di perdere il posto. Con il futuro che al momento si prefigura tutt’altro che roseo: se l’Italia riuscirà a uscire dall’emergenza Covid-19 entro la primavera, passaggio per nulla scontato, i danni stimati sarebbero comunque del 50/60% rispetto al 2019. A dirlo è l’Anif, Associazione nazionale impianti sport e fitness, palestre piscine e campi sportivi, che ha tracciato un primo bilancio dopo l’entrata in vigore delle nuove restrizioni accompagnate da proteste in ogni Regione dello Stivale.
Giampaolo Duregon, presidente dell’Anif, ha spiegato attraverso le pagine del Sole 24 Ore: “Nei primi due mesi del 2020 eravamo già in perdita per l’imminente arrivo del Covid in Italia. Nei tre mesi successivi, da marzo a maggio, la perdita è stata totale a causa del lockdown, mentre nei seguenti quattro mesi, fino a settembre, è stata del 50%. A ottobre la perdita è stata del 40% mentre a novembre sarà totale. Nel caso si riaprissero gli impianti da dicembre in avanti, avrebbero comunque un flusso economico non superiore al 20/30% rispetto all’anno precedente. Per il 2020 prevediamo un calo sostanziale del 70%”.
Un caos che rende difficile la vita anche agli iscritti: la maggior parte dei centri sportivi non rimborserà le quote incassate, né tantomeno ci saranno voucher. Le palestre si stanno organizzando per allungare i mesi dell’abbonamento, qualcuna fornisce dei corsi online da svolgere a casa. Si cercano, insomma, soluzioni di compromesso, diverse caso per caso, in attesa di una possibile svolta che però oggi sembra quanto mai lontana.
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