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“Ora l’Isis colpirà la Cina”. L’allarme dell’esperto Usa. “E Putin sapeva tutto”

Pubblicato il 01/04/2024 12:45

Colin Clarke è un’analista ricercatore che lavora per il centro studi americano Soufan Group. Insieme ad altri due colleghi, nel 2023 aveva pubblicato un articolo su Foreign Policy intitolato profeticamente “Lo Stato Islamico ha un nuovo obiettivo: la Russia”. I rapporti fra i Talebani e i sovietici, oltre all’appoggio fornito dalla Russia a regimi militari, sarebbe alla base delle operazioni terroristiche dell’Isis. Culminate, come sappiamo, nel massacro avvenuto a Mosca pochi giorni fa. “Putin era perfettamente a conoscenza del pericolo”, ha affermato l’esperto Usa. La cui analisi, però, non si ferma a ciò che è accaduto nella capitale sovietica. Infatti, come segnalato dalla Muir Analytics (associazione che si occupa delle minacce terroristiche per le multinazionali) già 10 anni fa, l’organizzazione islamica starebbe da tempo penetrando nel Sud-Est asiatico. (continua dopo la foto)

Il prossimo obiettivo del Califfato, infatti, sarebbe la Cina. Per l’esercito dell’Isis non ci sarebbe grande differenza fra gli obiettivi in Oriente e in Occidente. Il fine ultimo è quello di espandere lo Stato Islamico. E le tensioni fra Russia, Stati Uniti, Europa e Cina rappresenterebbero un terreno fertile nel quale infiltrarsi. Ecco perché fra i servizi d’intelligence di tutto il mondo si sta diffondendo un allarme sulle prossime mosse dell’organizzazione terroristica. Che potrebbe colpire ovunque, approfittando di una situazione internazionale caotica e delle “distrazioni” degli Stati visti come obiettivo per gli attacchi. Non va poi dimenticato che, prima dell’attacco a Mosca, l’ultimo attentato islamico di grande portata era avvenuto in Iran, con una strage che aveva provocato la morte di 84 persone e il ferimento di altre 300. (continua dopo la foto)

L’attacco all’Iran fa parte di una strategia per radicalizzare ulteriormente il Paese. Il cui regime è finito nel mirino anche per le sue manovre militari al fianco proprio di Cina e Russia. “Il Cremlino”, ha spiegato Clarke, “è stato punito per le guerre in Cecenia e Siria. E ora Pechino dovrà far conto dell’oppressione contro la minoranza musulmana degli Uigiri”. In un mondo sconquassato da venti di guerra sempre crescenti, l’incognita Isis è un altro tassello di tensione in una situazione già abbastanza drammatica. Non a caso, l’attacco al teatro moscovita secondo gli analisti potrebbe portare a un’escalation del conflitto in Ucraina. E altre possibili operazioni terroristiche non farebbero che peggiorare ulteriormente il quadro generale. In Ucraina come nel resto del mondo.

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