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“Non ragiono con i mentecatti”. L’uragano Cacciari si abbatte in diretta tv sui cacciatori di putiniani

Pubblicato il 06/06/2022 10:02

Un clima da vera e propria caccia alle streghe, quello che si è instaurato nel nostro Paese con l’esplosione del conflitto in Ucraina. Con il Corriere della Sera che nelle scorse ore ha pubblicato una lista, stilata dal Copasir, di tutti quei giornalisti, influencer e opinionisti considerati di fatto “filo-Putin” e quindi, potenzialmente, veicolo della propaganda di Mosca. Una situazione considerata inaccettabile dal filosofo Massimo Cacciari, che attraverso le pagine del Giornale ha spiegato: “Non emerge alcuna volontà di ragionare sulle cose, ma d’altra parte era già così con il Covid, ormai è un costume italiano, non c’entra nulla con la Russia”.

Cacciari ha ribadito al Giornale la sua posizione in merito al conflitto: “Io non esprimo pareri, esprimo dei dati di fatto. Conoscendo le ragioni di questa guerra non faccio altro che richiamare al rapporto tra Russia e Ucraina, alle cause che hanno condotto a questa tragedia. Perché se non si affrontano e si comprendono le cause non si potrà mai trovare una soluzione. Se poi le regole fondamentali della razionalità europeo-occidentale sono andate a ramengo non c’è modo di intendersi, è evidente. Né io intendo discutere con chi ha portato il cervello all’ammasso”.

“Non c’è possibilità di dialogo con chi lo rifiuta – ha aggiunto Cacciari – Io dico ragioniamo sulle cause, vediamo se in questo modo si può intravedere la prospettiva per un accordo di pace. La guerra, insegnano a Scienze Politiche, è l’estrema ratio della politica. Qui c’è stato Putin che evidentemente non ha tenuto in nessun conto questa regola aurea e ha combinato un disastro. Ma a Putin si sta rispondendo come si sta rispondendo… Senza la volontà di trovare un accordo che so benissimo essere molto difficile”.

“Quanto a queste liste di proscrizione – ha concluso il filosofo – sappiamo bene che i servizi segreti fanno il loro mestiere, scopriamo l’acqua calda. Vanno a individuare quelli che secondo loro danno una mano al ‘nemico’. Funziona così: scappano censure di un tipo o di un altro, anche se non attraverso diktat dei governi, ma con comportamenti adottati dai direttori dei giornali. Anche io tacciato di essere filo-Putin? Non mi confronto con i mentecatti. Non ho nessun interesse a farlo. Sono troppo vecchio ormai per perdere tempo a discutere con i deficienti”.

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