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“Nei campi usiamo chi prende il reddito di cittadinanza!” La proposta shock di Mutti

Pubblicato il 06/05/2020 09:58

Il reperimento dei braccianti per lavorare i campi è un problema irrisolto da troppo tempo. Mancanza di mano d’opera, costi elevati per le aziende agricole hanno reso il meccanismo folle. Un problema che sicuramente non può trovare soluzione nella proposta del PD di regolarizzare i lavoratori immigrati clandestini per rispondere al bisogno dei braccianti nei campi.

Ad avere le idee chiare è invece Francesco Mutti, amministratore delegato dell’omonima azienda parmense di conserve di pomodoro, il quale spinge affinchè venga alleggerita la burocrazia e siano reclutati gli italiani senza lavoro. Il PD sfodera un’altra delle sue bravate proponendo di regolarizzare i clandestini e dare loro il lavoro nei campi. Sembrerebbe dunque per il PD che non ci sia nient’altro di più emergente in questa situazione catastrofica di occuparsi della migrazione. La soluzione individuata dal PD è proprio quella di sfruttare la situazione per sanare la questione della migrazione. Andando ad aggiungere carne sul fuoco. 

Mutti spiega: “Bisogna muoversi verso il sistema lavorativo italiano, facilitando l’accessibilità al lavoro da parte degli italiani inoccupati, per esempio di chi ha ricevuto il reddito di cittadinanza, e in questo momento di particolare complessità ogni aspetto burocratico dev’essere alleggerito”. 

Già la ministra del lavoro Nunzia Catalfo aveva aperto alla possibilità del lavoro nei campi per coloro i quali percepiscono il reddito di cittadinanza. Aveva dichiarato che i beneficiari potrebbero andare a lavorare nei campi senza perdere il sussidio.

Il problema del reclutamento illegale e dello sfruttamento si protrae da troppo tempo. Spiega Mutti: “Il caporalato è una piaga che trova ragione d’esistere nei grandi numeri, se ho bisogno di 100 lavoratori da domani e poi più, ho anche bisogno di qualcuno che mi organizzi l’afflusso. Se ho bisogno di tre persone, ho tre numeri di telefono da chiamare. Viene smantellata l’organizzazione. Mi auguro che questa difficoltà nel reperire manodopera sia l’occasione per estendere il sistema della meccanizzazione ed estirpare il caporalato”.

Se il sistema non funziona oramai da anni, il sistema va cambiato. I costi del lavoro per le aziende agricole sono eccessivi. Lo sfruttamento dei lavoratori all’ordine del giorno. In nessun caso, comunque, la soluzione può essere quella dell’ennesima regolarizzazione dei migranti clandestini.