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Manutenzione zero, pedaggi in aumento: per i concessionari delle autostrade è sempre Natale

Pubblicato il 30/12/2020 14:18 - Aggiornato il 30/12/2020 14:19

Era stata una delle battaglie campali annunciate dal Movimento Cinque Stelle, finita come le altre nel dimenticatoio senza che sia stato realmente sparato un solo colpo. “Avvieremo la procedura per la revoca della concessione a società Autostrade” annunciava con faccia determianta il premier Giuseppe Conte il 15 agosto 2018, poche ore dopo il terribile crollo del Ponte Morandi di Genova che aveva causato la morte di 43 persone. Settimana dopo settimana, poi, la posizione dell’Avvocato del Popolo si era fatta via via più morbida, a testimonianza dello strapotere dei concessionari nel nostro Paese, praticamente intoccabili nonostante errori e mancanze di ogni sorta.

Manutenzione zero, pedaggi in aumento: per i concessionari delle autostrade è sempre Natale

Due e anni e mezzo dopo i proclami pentastellati, la parola “revoca” è ormai diventata tabù e ai Benetton si sta facendo un regalo da 10 miliardi di euro in fase di nazionalizzazione. Il tutto mentre i rinnovi delle concessioni a Gavio e Toto sono filati lisci come l’olio, senza che nemmeno fossero inserite nei bandi nuove normative su messa in sicurezza dei viadotti e gallerie. La manutenzione mai eseguita in questi anni, in compenso, è stata fatta passare per “nuovi investimenti”, a fronte dei quali si andrà incontro a un aumento dei pedaggi che graverà sulle spalle dei cittadini.

Manutenzione zero, pedaggi in aumento: per i concessionari delle autostrade è sempre Natale

Il tutto mentre il caso si è allargato, come evidenziato al Fatto Quotidiano dal procutatore capo di Genova Francesco Cozzi: “Andando a vedere gli obblighi di manutenzione ci sono piovuti addosso come un effetto domino altri casi”. In Italia, insomma, si è andati avanti per 15 anni ignorando completamente le normative europee in tema di sicurezza nell’illusione, sbagliata, che il cemento fosse eterno e proteggesse da ogni rischio. E le promesse di rivoluzione imminente? L’ex ministro Danilo Toninelli aveva promesso una banca dati delle opere pubbliche che, però, non è mai arrivata, rallentata dal suo successore, Paola De Micheli, secondo la quale i Comuni non hanno fondi a sufficienza per assumere una responsabilità del genere.

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Nel 2021 dovrebbe essere operativo un ente esterno sulla sicurezza. Intanto, però, si procede con i rinnovi delle concessioni. Una serie di tratte sono state già sistemate: la Torino-Aosta, la Torino-Piacenza, la Asti-Cuneo, tutte finite di nuovo al gruppo Gavio. E tutte col presupposto di “manutenzioni evolutive”, lavori che avrebbero dovuto essere svolti in questi anni e per i quali ora ci si è inventati una definizione. La sostanza, però, non cambia: a pagare saranno sempre gli italiani.

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