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“Misteriosi” malori fra il personale del 118! Indaga la Procura: “Non escludiamo nulla”. Cosa sta succedendo

Pubblicato il 31/10/2023 17:39 - Aggiornato il 31/10/2023 17:41

La gran parte delle testate parla di “mistero” o “giallo”, circa l’incredibile serie di malori “inspiegabili” tra gli operatori del 118 Emilia Est dell’Ospedale Maggiore di Bologna, la centrale che sovrintende alle emergenze dell’area che dal capoluogo di regione va fino a Modena e Ferrara. Anche medici e tre elicotteristi (i quali, va da sé, svolgono un compito importantissimo e che necessita la massima lucidità) tra coloro che hanno accusato malori a raffica. Chi ci segue sa che i cosiddetti malori improvvisi – a partire dalla primavera del 2021 – rappresentano un fenomeno inedito e mai riscontrato prima, altro che Nessuna correlazione: la coincidenza temporale con i picchi delle vaccinazioni a tappeto e con i mesi a seguire lascia ben pochi dubbi. Ad ogni modo, solo ora, se ne sono accorti anche alla Ausl del capoluogo emiliano, che ha deciso di chiarire attraverso una segnalazione alla Procura della Repubblica, oltre che mediante una indagine interna che è già partita da settimane, ma senza giungere a una verità acclarata sui sette casi verificatosi nell’arco degli ultimi quattro mesi. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le ipotesi in campo

Mentre gli accertamenti interni proseguono, i pubblici ministeri, guidati dal procuratore Giuseppe Amato, hanno deciso di aprire un fascicolo di indagine. La doppia inchiesta di Asl e Procura di Bologna dovrebbe far luce su tutta una lunga serie di episodi occorsi negli ultimi mesi, che hanno comportato più di un ricovero, per fortuna senza conseguenze estreme. I sanitari colpiti hanno accusato tutti gli stessi sintomi: sincopi, vertigini, emicrania, svenimenti, torpori associati a dolori lancinanti a pancia e stomaco. Due persone, in particolare, sono state ricoverate e hanno dovuto subire manovre invasive per potersi ristabilire. Le ipotesi attualmente in campo, probabilmente, sono un po’ fantasiose: epidemia, intossicazione o addirittura un vero e proprio avvelenamento. Nei prossimi giorni la procura acquisirà tutti i documenti e ascolterà anche dipendenti del 118 e operatori sanitari per venire a capo di quanto accaduto. A dire il vero, l’ipotesi dell’avvelenamento è accolta con scetticismo dallo stesso direttore generale dell’Ausl felsinea, Paolo Bordon: “Non mi sento di dire che si tratti di avvelenamento, abbiamo fatto esposto però perché i dati ambientali erano tutti corretti e negativi”, come possiamo leggere sul portale Fanpage. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le ipotesi scartate

Il dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl le ha provate tutte: è stata tolta una fontanella per l’acqua nella sede operativa, sono persino state eliminate le macchinette per il caffè, le merende e le bevande, fredde e calde. Non è emerso nulla. Non risultano malattie contagiose fra i dipendenti, né ci sono problemi negli impianti di aerazione. Niente legionella né altro. L’ambiente di lavoro in cui si alternano gli operatori è formato da una palazzina di due piani, indipendente, che comprende gli operatori che rispondono alle chiamate, e i medici dell’elisoccorso. C’è una sala centrale e una sala emergenze, poi gli uffici amministrativi, e in tutto il complesso si entra solo con il badge.

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