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“La maglietta fascista!?” Cruciani esplode in diretta. Delirio a sinistra sulla maglietta della nazionale (VIDEO)

Pubblicato il 24/03/2024 12:21 - Aggiornato il 24/03/2024 18:13

L’Italia si appresta a partecipare agli Europei di calcio, quest’estate, con la nuova divisa per la prima volta realizzata dalla Adidas. Non è una gran notizia, infatti, quel di cui si parla in questi giorni, sin da quando giovedì ha indossato la nuova maglia in campo contro il Venezuela in amichevole, è altro. E se ne parla – effettivamente “a sproposito”, come dice anche un furioso Giuseppe Cruciani a La Zanzara, il programma radiofonico che conduce su Radio24 – non per ragione estetiche, ma neppure sportive, essenzialmente per una questione “politica”. Come oramai è noto, sul retro del collo è ricamata la scritta “L’Italia chiamò”, delle parole dell’Inno di Mameli, evidentemente. La scelta è stata pensata per esaltare “in chiave sportiva il senso identitario”, è scritto nel comunicato di presentazione. E ancora: “Entrambi i kit sono pensati per suscitare un senso di orgoglio e di appartenenza e sono collegati dal motivo unico della lettera I, reimmaginato in chiave digitale”. Insomma, una maglietta “fascista”, secondo taluni arguti commentatori. Eppure, non compaiono fasci littori o croci celtiche, né sulle maglie c’è scritto qualche motto del Ventennio. (Continua a leggere dopo il VIDEO)

La paranoia del fascismo

Tanto è bastato per scatenare alcuni utenti dei social network, quelli per cui “identità” è una parolaccia o, peggio, una bestemmia, di fatto avverando la profezia di Umberto Eco sulle legioni di imbecilli cui i social stessi avrebbero potuto dare voce: c’è chi scrive su X (già Twitter) che la scelta non sia stata casuale né slegata dalla “volontà totalizzante del governo”; non manca chi sostiene: “Col governo Meloni crolla la capacità di spesa degli italiani, crollo più che compensato però dal pieno di orgoglio patriottico della scritta L’Italia chiamò sulle maglie della Nazionale di calcio”. La paranoia del fascismo avanza, e lo si vede ovunque. A metà tra il delirante e il risibile. Dopo aver ricostruito la vicenda, vediamo come la ridimensiona Cruciani, il quale potrà anche non essere simpaticissimo a tutti, ma ha il pregio di non esercitarsi nella pratica del politicamente corretto o della cosiddetta woke culture, per cui un richiamo all’identità nazionale non può comparire sulla maglia della nazionale: un pasticcio anche a livello semantico. “Siamo il Paese dove ci sono delle polemiche perché dietro la maglietta della nazionale viene scritto l’Italia chiamò“, attacca Cruciani. Quindi: “Per alcuni quello è un simbolo che può rievocare qualcosa di fascista”. Sicché: “C’è l’uso del fascismo a sproposito”. Cruciani, come fa presente Il Tempo, è costretto a ricordare che si tratta semplicemente di “una parte dell’inno italiano”. E noi ci permettiamo di aggiungere che la maglia l’ha disegnata la Adidas, non Ignazio La Russa o Giorgia Meloni. (Continua a leggere dopo la foto)

maglia nazionale fascista cruciani

Il caso inglese

Curiosamente, polemiche di segno opposto stanno investendo la divisa della nazionale inglese: sul retro della maglia della nazionale dei Tre Leoni, la Croce di San Giorgio, un simbolo per gli inglesi veramente identitario, assai più importante di una semplice frase tratta dall’inno nazionale, anziché campeggiare in rosso su campo bianco, è disegnata con i colori arcobaleno del vessillo LGBT e, per estensione, emblema dell’ideologia woke. E ciò che ha scatenato rabbia e polemiche, in questo caso più comprensibili, da parte tanto dei tifosi e degli utenti dei social, quanto di alcuni storici giocatori quali Harry Redknapp, Peter Shilton e David Seaman.

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