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M5S, cresce il partito dei favorevoli al Mes (pronti poi a fuggire tra le braccia di Conte)

Pubblicato il 29/09/2020 11:13 - Aggiornato il 29/09/2020 11:20

Luigi Di Maio lo ha detto chiaro e tondo in questi giorni, in un’intervista rilasciata a Repubblica: “In prospettiva vedo un’alleanza a tre: M5S, Pd e partito di Conte”. Un modo per tentare di scacciare l’ombra, vastissima, del premier sul futuro del Movimento, che il ministro degli Esteri vorrebbe invece legato a sé. Ma anche per chiarire come ormai lo scisma sia pressoché inevitabile. Con una parte dei grillini già pronti a fuggire tra le braccia dell’Avvocato del Popolo: i contrasti con Casaleggio, in questo senso, potrebbero alla fine rivelarsi semplicemente come il pretesto giusto per dare l’addio.

M5S, cresce il partito dei favorevoli al Mes (pronti poi a fuggire tra le braccia di Conte)

Quanti siano i Cinque Stelle già armati di valigia e pronti a uscire dalla casa del Movimento appena sarà aperta la porta, al momento non è dato saperlo. Si parlava di un centinaio, prima delle Regionali. Fonti pentastellate abbassano la stima fino a trenta. Di sicuro, però, una scissione all’orizzonte c’è ed è sempre più imminente. Le regole, a partire dal taglio dello stipendio, iniziano a pesare in maniera insopportabile sulle spalle di chi, sapendo di non avere alcuna chance di essere rieletto, punta almeno a tenersi un compenso il più alto possibile. Tanto vale, allora, finire ad appoggiare Conte dal Gruppo Misto o altre formazioni autonome. Anche perché la spaccatura ci sarà in ogni caso sul Mes.

M5S, cresce il partito dei favorevoli al Mes (pronti poi a fuggire tra le braccia di Conte)

Il Fondo Salva-Stati si erge all’orizzonte come uno scoglio gigantesco, impossibile da schivare anche per chi ormai naviga da tempo in acque agitatissime. Il Pd, incassato il successo delle Regionali, è subito tornato alla carica inserendo l’adesione al Mes tra le priorità del governo. Una parte del Movimento non è disposta a cedere mentre altri, proprio quelli più vicini a Conte, sono già per il “Sì”. Inevitabile, allora, che questi ultimi finiscano per volare altrove in cerca di migliori fortune. Senza però far mancare il proprio supporto a un governo che è nell’interesse di tutti mantenere vivo, le poltrone saldamente incollate al pavimento.

M5S, cresce il partito dei favorevoli al Mes (pronti poi a fuggire tra le braccia di Conte)

Al di là di una frattura che sembra ormai inevitabile, i nodi da sciogliere nel Movimento restano però tantissimi. La gestione dei soldi in arrivo dall’Europa, la futura leadership (l’idea che va per la maggiore al momento è quella di un organismo collegiale con una personalità forte nel ruolo di primus inter pares). Il secondo mandato da aggirare lanciando alle Regioni e ai Comuni chi non potrà rientrare in Parlamento. Le punizioni per chi è in ritardo sulle restituzioni. Tutti passaggi-chiave per il futuro del Movimento: va bene la scissione, ma le dimensioni devono essere il più ridotte possibili. Altrimenti la nave, senza nessuno più a bordo, finirebbe per schiantarsi di sicuro.

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