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L’ultima idea di Wall Strett: quotare l’acqua in Borsa. Un rischio per il mondo intero

Pubblicato il 07/10/2020 10:16 - Aggiornato il 07/10/2020 10:24

Sulla carta, un progetto dai nobili intenti. Il Cme Group, la più grande piazza finanziaria di contratti a termine al mondo, ha annunciato l’arrivo del primo future (un derivato) sul mondo dell’acqua, che nelle intenzioni del gruppo dovrebbe servire ad aiutare le aziende agricole, le imprese, le municipalità a proteggersi da eventuali rischi che potrebbero derivare da un’improvvisa carenza idrica. Bello, bellissimo, come detto. Eppure, non manca chi dietro questo passaggio ha individuato i primi passi di una gigantesca sciagura: l’acqua che, esattamente come i diamanti o l’oro, diventa una commodity, influenzata dalla speculazione finanziaria e dall’andamento del mercato.

L'ultima idea di Wall Strett: quotare l'acqua in Borsa. Un rischio per il mondo intero

A lanciare l’allarme è stato Frederick Kaufman, professore della Graduate School of Journalism della City University of New York, sottolineando come i prezzi coinvolti in questo tipo di operazioni siano solitamente sempre schizzati verso l’alto. Attraverso le pagine di Nature, il docente ha spiegato come i mercati finanziari un tempo siano stati “a vantaggio di agricoltori, fornai e consumatori” ma oggi hanno una vita a sé, in mano agli speculatori: un sistema a vantaggio delle banche di investimento che li controllano con derivati finanziari, aumentando anche il prezzo del pane che finisce ogni giorno sulle nostre tavole.

L'ultima idea di Wall Strett: quotare l'acqua in Borsa. Un rischio per il mondo intero

Come ha ricordato Affari Italiani, l’idea è nata presso l’Economics of Ecosystems and Biodiversity (TEEB) di organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, FAO, Banca mondiale, ottenendo il supporto dell’Unione Europea. Da anni Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale spingono affinché gli Stati privatizzino le loro risorse, un regalo per le multinazionali che, essendo i soggetti più forti in campo, riescono puntualmente ad assicurarsi ingenti guadagni. Per Kaufman l’acqua sarà il business del futuro per speculatori senza scrupoli a danno di chi soffre di siccità. “Gli speculatori possono già scommettere su neve, vento e pioggia attraverso contratti futures legati alle condizioni meteorologiche acquistati e venduti sul Chicago Mercantile Exchange. Il valore di mercato delle condizioni meteorologiche è cresciuto del 20% dal 2010 al 2011. Madre Natura è diventata per Wall Street la madre di tutti i casinò”.

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Le previsioni per il futuro, con queste premesse, non sono rosee: “Ci saranno 3 miliardi di persone ‘stressate dall’acqua’ sulla Terra entro il 2035; la scarsità d’acqua diventerà cronica, gli incendi saranno pervasivi, i monsoni saranno ancora più imprevedibili; e gli scarichi di neve diminuiranno radicalmente a causa di inverni sempre più afosi”. I banchieri finiranno per scommettere e fare profitto sulle calamità che colpiranno le varie aree del mondo, e ogni risorsa idrica diventerà un modo per fare denaro. Vero, il problema della mancanza d’acqua esiste e va affrontato. Affidarlo a un meccanismo pericoloso come questo, però, non sembra certo la migliore tra le soluzioni possibili.

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