x

x

Vai al contenuto

Lo “curano” al telefono, paziente muore dopo aver chiamato la Guardia Medica. La sentenza della Cassazione

Pubblicato il 02/04/2024 12:44

Si era sentito male e aveva effettuato una chiamata di emergenza alla Guardia Medica. Accusava sintomi abbastanza seri: un forte bruciore allo sterno accompagnato da irradiazione del dolore alle braccia e alle dita delle mani. Ma la dottoressa interpellata, anziché recarsi da lui per visitarlo, aveva deciso di emettere la sua diagnosi al telefono. Indicando che doveva trattarsi di una gastroenterite. L’uomo era in seguito deceduto a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Il medico responsabile dell’accaduto, una donna residente a Bologna, per il suo comportamento era stata accusata di omicidio colposo e rifiuto di atti d’ufficio. (continua dopo la foto)

Scagionata per il primo reato e condannata per il secondo, la dottoressa in Cassazione ha visto confermato il giudizio di primo grado. Per i giudici, il diritto alla salute comporta per un medico con funzioni pubbliche l’obbligo di tutelare nella maniera migliore i suoi pazienti, perlomeno se dichiarano di accusare sintomi di una certa gravità. La guardia medica, di fronte alle richieste di aiuto del paziente, si era limitata a dare consigli telefonici. Per questo il tribunale ha confermato la condanna a quattro mesi comminata in primo grado, con interdizione dall’esercizio della professione per uguale periodo. Una sentenza che potrebbe modificare le abitudini di medici di base e guardie mediche poco disponibili a effettuare visite a domicilio.

potrebbe interessarti anche https://www.ilparagone.it/attualita/pfizergate-procura-europea-indaga-von-der-leyen-scambio-sms-bourla-pfizer-vaccino-covid/