Di questi tempi non è molto usuale ascoltare simili parole dalle parti del Vaticano. Ecco allora che lo stupore prende il sopravvento dopo aver letto le parole di Papa Francesco in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Un’analisi, la sua, dall’enorme peso specifico viste gli ultimi accadimenti.
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Nessun incontro previsto
La guerra in Ucraina è il tema principale tra le riflessioni del Pontefice e su di esso Bergoglio spende parole pesantissime. Il Papa inizia con lo spiegare che, per il momento, un incontro con Vladimir Putin non è in programma: «Devo andare a Mosca, devo incontrare Putin, anche se temo che non possa e voglia fare questo incontro in questo momento». Subito dopo, però, viene smentito anche il possibile viaggio in Ucraina, a Kiev: «A Kiev per ora non vado. Ho inviato il cardinale Michael Czerny e il cardinale Konrad Krajewski, (l’elemosiniere del Papa) che si è recato lì per la quarta volta. Ma io sento che non devo andare. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta…».
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Gli appelli inascoltati
Il Presidente della Russia sembra quindi essere refrattario ad aprirsi agli appelli del Papa. Bergoglio, infatti, evidenzia che: «Il primo giorno di guerra ho chiamato il presidente ucraino Zelensky al telefono, Putin invece non l’ho chiamato. L’avevo sentito a dicembre per il mio compleanno ma questa volta no, non ho chiamato. Ho voluto fare un gesto chiaro che tutto il mondo vedesse e per questo sono andato dall’ambasciatore russo. Ho chiesto che mi spiegassero, gli ho detto per favore fermatevi. Poi ho chiesto al cardinale Parolin, dopo venti giorni di guerra, di fare arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca». «Certo – spiega il Pontefice – era necessario che il leader del Cremlino concedesse qualche finestrina. Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento».
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Le dure parole del Pontefice sulla Nato
Dopo queste prime spiegazioni, volte a contestualizzare il proprio operato, Papa Francesco si è lanciato in una perentoria riflessione sulle cause della guerra, prendendo una posizione per molti inaspettata. Il Santo Padre ha infatti parlato di come «l’abbaiare della Nato alle porte della Russia», abbia spinto Putin a reagire e, quindi, a scatenare l’inferno in Ucraina: «Un’ira che non so dire se sia stata provocata ma facilitata forse sì», conclude il Papa.
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Onestà intellettuale
Un’analisi che in tempi normali, di onestà intellettuale, non avrebbe dovuto fare tanto rumore. Eppure siamo tutti consapevoli di come venisse tacciato di filo-putinismo chiunque si azzardasse a pronunciare simili parole, pena l’immediata censura. Un intervento importante il suo, che rimescola le carte dell’intellighenzia nell’analisi nuda e cruda di una situazione che trova le sue stesse fondamenta proprio nei motivi individuati da Papa Francesco.
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