
Come non essere d’accordo con il presidente Mattarella, che già in passato ebbe a usare la stessa espressione per mettere in riga Macron. Quindi nulla da eccepire sul patriottismo (si può dire?) del capo dello Stato rispetto alle parole di Elon Musk sui giudici.
Mattarella non ha limitato il diritto o la libertà di pensiero del potente miliardario, sebbene sappiamo bene che mister Tesla non sia esattamente uno qualsiasi non fosse altro perché nel campo della comunicazione è proprietario di una piattaforma globale molto impattante e poi perché viene accreditato come possibile uomo forte nella squadra di Donald Trump. Il nostro Capo dello Stato ha detto altro, pertanto non mi infastidisce se il presidente Mattarella sottolinei che non abbiamo bisogno di suggeritori o di bandanti. Ma questo dovrebbe valere sempre.

La questione che ha posto Musk va presa come un diesis rispetto a una discussione in corso: nella grammatica istituzionale quanto è possibile che la linea dell’esecutivo, un esecutivo politico e non tecnico quindi legittimato in aula e prima ancora dal popolo sovrano, possa subire sistematicamente l’attrito di un altro potere, cioè quello giudiziario? L’escalation delle motivazioni a sostegno delle azioni giudiziarie ostili al progetto Albania forse – e sottolineo forse – non rappresentano un boicottaggio ma certamente palesano un chiaro intento politico, nel senso che la lettura dei giudici è percorsa da riferimenti (la lista dei paesi sicuri) e suggestioni (La Germania nazista può essere considerato un Paese sicuro?) in netta opposizione al governo. Vedremo cosa dirà la Corte europea di giustizia rispetto al ricorso avanzato dall’esecutivo, intanto però l’esperimento non può nemmeno cominciare. E non è giusto.

Lo abbiamo detto subito: la lista dei paesi sicuri è una lista decisa dal governo in un decreto firmato dal Capo dello Stato; perchè i giudici la possono mettere in discussione? Spetta ai magistrati questo compito o piuttosto spetta ai governi? I giudici possono definire se nel caso specifico la singola persona sia a rischio per un motivo particolare, ma non si può respingere un metodo (che tra l’altro sarà comunitario nel giro di pochi mesi) perché ideologicamente contrari.
Se il presidente Mattarella ha sentito il dovere di intervenire per difendere l’Italia da un commento giudicato “ingerenza”, a maggior ragione quella Italia che sa badare a se stessa va salvaguardata anche internamente da un potere che, a parere di chi scrive, sta invadendo uno spazio non suo. In sintesi, a me non piace quando esternamente un uomo o una struttura di potere cerca di far valere il suo peso, ma a maggior ragione non mi piace nemmeno se questa distorsione è prodotta internamente, neutralizzando una indicazione precisa che arriva dal popolo sovrano.