E pensare che qualcuno ha ancora il coraggio di raccontare pubblicamente la favola di un’Unione Europea solidale, dove ogni Paese è pronto a correre in soccorso dell’altro di fronte alle difficoltà. Una sorta di Paradiso terrestro che è sempre esistito sulla carta e mani nel mondo reale, come testimoniato dalle decisioni prese dalla Francia nei confronti dell’Italia nel bel mezzo di una crisi energetica senza precedenti. L’elettricità che arriva da Parigi potrebbe infatti diventare presto soltanto un ricordo, in linea con il piano di razionamenti di cui si discute al di là delle Alpi.
Come anticipato da Andrea Greco sulle pagine di Repubblica, lo scenario sarebbe contenuto in una comunicazione diramata da Edf, colosso dell’energia francese, e indirizzata ai gestori della rete italiana. Il ministero della Transazione Ecologica ha ammesso di aver ricevuto il messaggio, sottolineando come “il problema è noto già da mesi e benché sia un’eventualità che non è detto si realizzi, i nostri tecnici sono al lavoro su tutti gli scenari”. I fornitori francesi avrebbero prospettato uno stop biennale al dispacciamento di energia, con tutte le possibili conseguenze sulla stabilità della rete.
Possibile che si verifichino ricadute anche sul fronte del gas naturale, materia prima con la quale si produce la metà dell’energia elettrica italiana: ne servirà di più o peggio servirà più carbone, per pompare sulle centrali termoelettriche chiamate a colmare il deficit francese. Con la paura che anche Svizzera, Austria e Slovenia, i Paesi dai quali arrivano oltre preziose risorse, possano finire per privilegiare le strutture nazionali.
Le novità provenienti da Parigi rischiano così di svalutare il Trattato del Quirinale di 10 mesi fa sul rafforzamento della cooperazione bilaterale tra i due Paesi. Per l’ennesima volta, l’unico asse europeo che sembra funzionare è quello tra Francia e Germania, con l’Italia costretta a rimboccarsi le maniche e risolvere da sola i propri guai. E per fortuna che c’è ancora chi racconta la vecchia favola di un’Europa unita e solidale.
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