La morale della storia è che la Meloni ha costruito questo accordo con il premier albanese, il socialista Edi Rama, sulla base di relazioni che intrecciano politica e amicizia. Ed è stata brava perché non solo sta cercando una via politica per uscire da un problema enorme qual è l’immigrazione ma ha anche creato un nuovo modello di relazioni bilaterali che potrebbe essere vincente. Il che indebolisce in un colpo solo l’opposizione italiana e la burocrazia europea.
L’accordo tra il presidente Meloni e l’omologo albanese Rama è un ottimo accordo, cucito su relazioni di amicizia, basato sul superamento di antiche ritrosie e persino pregiudizi; un accordo politico che se ben custodito porterà vantaggi all’Italia nella gestione dei migranti soccorsi in mare e nello stesso tempo renderà l’Albania un soggetto di cui l’Europa dovrà capire l’importanza strategica nella sempre calda area balcanica.
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Contro questa intesa, dicevamo, si sono messi di traverso le opposizioni in Italia e la Commissione a Bruxelles. Sui primi c’è poco da commentare: avrebbero voluto giocare la campagna elettorale sull’inerzia del governo rispetto agli sbarchi e contestualmente sulle relazioni pericolose con quei paesi africani terra di partenze dove il rispetto dei diritti umani è sempre sotto giudizio. Con l’Albania, invece, cascano male. Edi Rama, premier socialista di notevole sensibilità, garantirà il rispetto dei diritti dei migranti e rafforzerà la lotta contro i mercanti di uomini, di donne e bambini. L’Albania sa cosa significa emigrare in massa, riempire le navi nella speranza di trovare riscatto e libertà.

Sorprende – a me non tanto… – l’irritazione dell’Unione europea che ancora una volta si dimostra una (mostruosa) creatura burocratica, sensibile alla cura delle sue norme strampalate, maniacalmente chiusa sulla sua liturgia e fanaticamente ossessionata da finti blasoni. L’Europa ha completamente fallito sulle politiche migratorie, sia nella gestione dei flussi sia nelle relazioni internazionali finalizzate a disincentivare le partenze. L’Italia non aveva scelta: o trovava una via propria oppure il governo si sarebbe ritrovato schiacciato tra l’insofferenza degli italiani per l’aumento degli sbarchi e le differenze in seno alla maggioranza Ursula tra socialisti e popolari.

La Meloni si è mossa da sola e ha fatto bene. Aver rafforzato il ponte con l’Albania è anche una scommessa su un’area – i Balcani – che pochi guardano nelle sue evoluzioni più aspre. Invece di replicare con il consueto linguaggio burocratico, la Commissione farebbe bene a guardare con senso politico all’accordo tra Italia e Albania proprio per avere un partner di mediazione laddove covano vecchie tensioni pronte a riattivarsi tra il Kosovo e la Serbia.