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“L’Europa non vuole che si aumentino gli stipendi”. Ecco perché la Bce si oppone: l’ultima follia

Pubblicato il 14/01/2023 12:12 - Aggiornato il 23/06/2023 11:53

Adesso dall’Europa ci impongono anche il blocco dell’aumento dei salari. A pronunciarsi è nientepopodimeno che la Bce, cioè il principale responsabile – con la sua malagestione della crisi – dell’aumento incontenibile dell’inflazione. E proprio loro, i banchieri per antonomasia, nell’ultima pubblicazione ufficiale della Banca centrale lo mettono nero su bianco. L’osservazione sull’andamento delle buste paga dei lavoratori dell’Eurozona è attenta, gli occhi sono tutti puntati sul possibile aumento – anche di qualche euro – delle buste paga dei lavoratori. Non sia mai! Come spiega Money.it, il salario dei lavoratori, e nello specifico le sue dinamiche nel breve/medio periodo, sono considerate “determinanti per l’inflazione” e la politica della Bce. (Continua a leggere dopo la foto)

La presidente della Banca centrale europea, Lagarde, ha spiegato il motivo di questa attenzione nei confronti delle paghe dei lavoratori. Ha allertato che i salari nella zona euro stanno aumentando più rapidamente di quanto precedentemente stimato e la Banca centrale europea “deve impedirlo”. Proprio così. Ma perché? Riportiamo le sue parole: “Sappiamo che i salari stanno aumentando, probabilmente a un ritmo più veloce del previsto. Non dobbiamo permettere che le aspettative inflazionistiche si disancorano o che i salari abbiano un effetto inflazionistico… Dobbiamo stare attenti che le cause interne che stiamo vedendo [cause della crescita dei prezzi], che sono principalmente legate alle misure fiscali e alle dinamiche salariali, non portino al consolidamento dell’inflazione”. (Continua a leggere dopo la foto)

Spiegano su Andkronos: “Il punto è che con retribuzioni più alte, generalmente aumenta il potere di acquisto dei consumatori e, di conseguenza, la domanda di beni e infine l’inflazione. Un processo, quest’ultimo, che la Bce sta tenendo monitorato con attenzione per evitare ulteriori spinte a prezzi ancora troppo elevati”. Ma è un paradosso economico e che non tutte le scuole di pensiero condividono. La Bce, insomma, dopo aver lavorato male, di nuovo, sull’aumento dei tassi, ne combina un’altra delle sue. Sempre a sfavore dei cittadini, soprattutto quelli appartenenti alle fasce più deboli.

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