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L’Euro non è più una moneta forte! Dopo 20 anni capita per la prima volta. E Biden se la ride

Pubblicato il 05/09/2022 19:38 - Aggiornato il 23/06/2023 11:53

Il giorno del KO della moneta unica europea è arrivato. L’euro stamani ha toccato il minimo storico nel cambio con il dollaro Usa, scendendo sotto al livello di 0,99. La valuta europea ha perso lo 0,70% fino a 0,9884 su quella statunitense stamani sui mercati alle 07.35 italiane, il livello più basso mai raggiunto dal dicembre del 2002. A causare la colata a picco dell’euro è stato l’annuncio di Mosca sul taglio delle forniture di gas alla Germania e all’Europa attraverso Nord Stream 1. Sebbene oggi si registri il livello più basso degli ultimi 20 anni, bisogna precisare che la lenta caduta dell’euro sul dollaro è in corso dall’inizio dell’anno, coadiuvata dall’incertezza economica innescata dal conflitto ucraino.
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Ma la moneta unica europea non è la sola a capitombolare. L’annuncio di Gazprom relativo al nuovo blocco del gasdotto Nord Stream ha causato anche il crollo dei futures sulle Borse europee. Lo stesso è arrivato poche ore dopo che i Paesi del G7 avevano annunciato l’intenzione di procedere con un tetto massimo di prezzo sulle esportazioni di petrolio russo, nel tentativo di ridurre le entrate di Mosca che potrebbero essere utilizzate per finanziare l’invasione dell’Ucraina. I titoli sull’indice paneuropeo Stoxx 50 cedono il 3,1%, quelli sul Dax di Francoforte il 3,3% e quelli sul Ftse 100 di Londra l’1,1%. Dunque, crollano i titoli azionari mentre gli investitori prevedono un peggioramento delle prospettive per le economie europee.
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Nel frattempo, il Financial Times ha affermato che la discesa dell’euro al di sotto di 0,99 dollari per la prima volta in due decenni aumenterà la probabilità di una sostanziale sofferenza per le economie europee, già sofferenti per la pressione sui prezzi dell’energia. Gli analisti hanno affermato che un’eventuale “armamento” del gas russo con l’interruzione dei flussi attraverso il Nord Stream 1 potrebbe complicare notevolmente i piani di normalizzazione della politica monetaria della Banca Centrale Europea. “Il compito della BCE è notevolmente ostacolato dall’incertezza sulle forniture di gas russo”, ha dichiarato Brian Martin, responsabile della ricerca economica G3 dell’ANZ, aggiungendo che un aumento di 0,5 punti percentuali del tasso di interesse di riferimento della BCE era già previsto per questa settimana. “La decisione di Mosca di non riavviare i flussi di gas attraverso il gasdotto Nord Stream aumenta i rischi di crescita al ribasso e le prospettive di inflazione”.
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Dunque, anche sul fronte finanziario, oltre che quello economico, la Russia di Putin sembra aver giocato meglio le sue carte, riuscendo a mettere in crisi l’intera economia continentale europea unitamente alla svalutazione della sua moneta unica. Tutto questo senza colpo ferire, ovviamente al di fuori del territorio ucraino. Il crollo dell’euro rispetto al dollaro americano sta già mostrando le sue prime conseguenze nei mercati di tutto il mondo, con buona pace di chi aveva cercato di svalutare il rublo tagliandolo fuori dal circuito Swift.

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