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Pronto soccorso senza medici, ma le Asl pagano milioni. Ecco dove finiscono i nostri soldi

Pubblicato il 16/05/2022 08:18

Se dello scandalo se ne accorge persino Repubblica, dandone notizia, allora vuol dire che la cosa è davvero grave. Nell’immane farsa Covid, dove a farla da padrone è stata una malagestione formata da un mix di incompetenza e pesanti interessi, si tocca un’altra vetta di orrore: “Oltre 300mila euro spesi per posti letto Covid mai utilizzati. Una somma notevole quella appena pagata dall’Asl Roma 2, l’azienda sanitaria più grande d’Italia, a tre strutture private accreditate. La punta di un iceberg dei costi ingenti sostenuti dalla sanità pubblica per far fronte alla pandemia, con il paradosso che, dopo la prima fase dell’emergenza, due anni non sono stati sufficienti a potenziare le strutture regionali e risorse preziose hanno continuato a gonfiare le casse dei privati anche in periodi in cui veniva ribadito quotidianamente che all’aumento dei contagi non stava corrispondendo una crescita preoccupante dei ricoveri”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ripetiamolo, è Repubblica a denunciarlo e non un giornale sovversivo. Per questo con piacere rilanciamo l’articolo di Clemente Pistilli, il quale scrive: “Dichiarato nel 2020 lo stato di emergenza, è stato previsto a livello nazionale l’acquisto di prestazioni sanitarie in deroga ai limiti di spesa e la Regione ha subito ordinato ‘di coinvolgere tutte le strutture pubbliche e private accreditate’. Gli ospedali erano andati in tilt e servivano posti letto. Tra un’ondata e l’altra sono passati due anni e a quanto pare non è stato possibile fare a meno dei privati. Il 22 febbraio scorso la Regione ha quindi indicato alle aziende sanitarie le modalità con cui pagare anche ‘i maggiori costi di attesa dei posti letto di area medica e di terapia intensiva attivati e non occupati dedicati ai pazienti Covid’. E il 24marzo ha previsto che con la cessazione dello stato di emergenza venissero interrotti anche i contratti con cui erano stati chiesti posti letto alle strutture accreditate per far fronte alla pandemia”. (Continua a leggere dopo la foto)

Alle tre strutture, il direttore generale dell’Asl Roma 2, Giorgio Casati, ha pagato oltre 300mila euro per posti letto dedicati ai pazienti colpiti dal virus attivati e non utilizzati tra gennaio e marzo scorsi. “Il Lazio quest’anno non ha avuto problemi particolari negli ospedali, ma alla Nuova Itor, nei primi tre mesi dell’anno, per i Covid sono stati attivati 2.097 posti letto, dei quali 515, un quarto, non sono serviti, al Vannini 522 posti, dei quali non ne sono stati occupati 40, e al Casilino 1.178, 276 dei quali sono rimasti vuoti”. (Continua a leggere dopo la foto)

Conclude Pistilli: “Spazi opzionati e non utilizzati costati 371 euro al giorno. Un’altra entrata per le strutture sanitarie private. Del resto nel 2020 alla stessa sanità privata la Regione ha pagato oltre un miliardo, il denaro con cui, in base a quanto previsto dal Pnrr, sarebbe stato possibile costruire tre ospedali”. Ovviamente questo è solo un esempio, ma la procedura si è svolta così nelle principali Asl italiane. Chissà perché… E intanto i pronto soccorso collassano.

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