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L’epidemia delle cure mancate: nel 2020, 73 milioni di diagnosi in meno

Pubblicato il 29/06/2021 12:08

Ci sono persone che, pur sentendo qualcosa che non andava nel proprio corpo, hanno scelto di rinviare visite mediche preziose a data da destinarsi perché spaventati dalla pandemia, preferendo evitare gli ospedali. E altre che, invece, non hanno nemmeno avuto la possibilità di scegliere. Lo racconta un’inchiesta realizzata da Roberto Saporiti della Sissa di Trieste e pubblica sul Corriere della Sera, nella quale si sottolinea come dall’inizio del primo lockdown il governo abbia “rimodulato l’attività differibile” del sistema sanitario. Ovvero rimandato analisi e cure che, però, in alcuni casi richiedevano la massima urgenza.

L'epidemia delle cure mancate: nel 2020, 73 milioni di diagnosi in meno

Una sorta di seconda epidemia, non legata a un virus e che si è abbattuta su quei pazienti bisognosi di diagnosi e aiuti, costretti invece a dover attendere a causa del Covid-19, che ha messo in ginocchio il sistema sanitario. E così, ecco moltiplicarsi visite ed esami di prevenzione non affrontati, sale chirurgiche chiuse, cure posticipate. Con costi altissimi, ancora non decifrati del tutto.

Davide Croce dell’Università Liuc ha stimato che nel 2020 gli italiani hanno ricevuto 73 milioni di prestazioni specialistiche in meno rispetto all’anno prima, con i ricoveri calati di circa un quarto e di un ulteriore 11% nei primi sei mesi di quest’anno sullo stesso periodo di quello passato. Sempre nel 2020 le mammografie sono diminuite del 32%, mentre in Sardegna e in Lombardia si sono quasi dimezzate. Le stesse tendenze sono state riscontrate anche negli screening di colon e retto, mentre le terapie per malattie gravi hanno subito gli effetti del rallentamento delle attività sanitarie e della conversione di interi reparti in terapie intensive.

Secondo Francesco Cognetti, presidente della Confederazione degli oncologi, negli ultimi 15 mesi in Italia abbiamo assistito a “ritardi e cancellazioni di oltre 100 mila interventi chirurgici per tumore”. Con la conseguenza di aver perso, durante la pandemia, tante vite per motivi ufficialmente diversi dal Covid. Dopo la Spagna, l’Italia è il Paese che ha fatto segnare nel 2020 più morti “in eccesso”, ovvero quelli che non avevano mai ricevuto una diagnosi del virus. Ogni due decessi per il contagio, se ne conta uno formalmente attribuito a cause diverse: circa 40 mila morti in più del solito, che restano da spiegare.

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