di Robby Giusti, La Iena Blu – La casa controllata tramite un’app: una dimora che si autogestisce, sicura e comoda nei sogni di molti, ma che in realtà diventa un vero e proprio incubo dal momento che la casa viene gestita tramite un app fornita da terze parti che possono in ogni istante controllare dove sei e cosa fai. Luci che si accendono con un battito di mani ed elettrodomestici che rispondono a comandi vocali, scene da film viste più volte, ma allo stesso tempo anche persone estranee che capiscono cosa stai utilizzando in casa, quando e quanto consumi, se accendi la luce, se vai in bagno se fai da mangiare o con chi sei. La “casa smart” si riscalda prima del tuo arrivo e con diverse telecamere tiene sotto controllo la casa quando sei via ma che ti controlla anche quando sei in casa. Questo nasce come un sogno che il progresso tecnologico vende ma che in realtà si è trasformato in un incubo a Dublino, in un quartiere residenziale noto della città Irlandese. Per ottenere tutte queste comodità il prezzo è veramente troppo alto, in quanto la propria privacy dovrebbe avere un valore incalcolabile. (Continua dopo la foto)

Dublino sprofonda nell’era delle smart city
Emblematico e drammatico allo stesso tempo per chi crede ancora che esista una vera Privacy il caso che arriva dall’Irlanda. Il più grande complesso residenziale nella città di Dublino è piombato dentro l’era del controllo digitale, un controllo dall’alto che non rispetta nienete e nessuno. Con la scusa della digitalizzazione, i residenti di questo complesso, più di 2400 persone, per poter accedere al proprio appartamento devono da qualche tempo necessariamente scaricare un’applicazione, installarla sul proprio smartphone, ed autorizzare le terze parti al controllo dei dati personali per poter privilegiare delle funzioni di controllo totale dell’accesso al proprio appartamento e al condominio. Senza quest’app, non si può letteralmente entrare in casa e la cosa è al quanto strana è che l’app utilizza GOOGLE ANALYTICS già dichiarato illegale in gran parte della Comunità Europea per violazione della Privacy. Già in precedenza il complesso residenziale era gestito da chiavi digitali e quindi controllabile a distanza da da occhi indiscreti tramite le numerose telecamere presenti, adesso con l’arrivo dell’app rende non solo la casa smart, ma l’intero quartiere sotto controllo in totale violazione della privacy delle persone residenti e degli eventuali passanti occasionali e ospiti ignari. Oltre alla porta del proprio appartamento, l’app gestisce infatti l’apertura dei cancelli, i garage, la palestra, il parco e tutti i servizi che il complesso condominiale offre, in cambio della libertà. La scusa è ovviamente quella del progresso, del tutto a portata di un click, ma una scusa che a molti non credono. La comodità offerta non vale la svendita dei propri dati personali e alcuni residenti non ci stanno. Per poter utilizzare tale applicazione infatti è obbligatorio accettare le famose condizioni d’uso e di privacy. Questa prevede l’accesso completo al proprio telefono, dalla geolocalizzazione al microfono. H24 e 7 giorni su 7 l’applicazione sa dove sei, con chi sei e di cosa parli.
Il ricatto delle condizioni d’uso
Essendo poi l’app sotto controllo americano, la preoccupazione che attanaglia i condomini è quella di vedersi controllore da una multinazionaleoltreoceano, un preoccupazione che tecnicamente diventa una conferma in quanto la possibilità che terze persone controllino quello che succede è tutt’altro che remota.
Per chi non accetta di scaricare l’app, il complesso residenziale ha semplicemente affermato che non sarebbe più entrato in casa.
Per questo un ascoltatore di Byoblu, residente a Dublino, ha deciso di denunciare il sistema:
“Ci hanno detto che da una determinata data la chiave elettronica che avevamo in possesso non avrebbe più funzionato e le nuove chiavi sarebbero state date unicamente ai residenti registrati con questa applicazione. Io pago un affitto in Europa e tutte queste informazioni vengono trasferite fuori dal Paese” afferma il residente. Precisiamo che questa trasformazione del quartiere è avvenuta molto dopo l’acquisto degli appartamenti da parte delle famiglie, che adesso si trovano a pagare il prezzo della digitalizzazione.