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La nuova stretta del credito minaccia le aziende: si rischia il default per soli 500 euro

Pubblicato il 21/12/2020 10:09

Se le festività non saranno, quest’anno, un momento felice per gli imprenditori italiani, costretti a fare i conti con le limitazioni decise dal governo Conte che impediranno loro di tirare un po’ il fiato dopo tanti mesi difficili, il futuro sembra, se possibile, ancora meno roseo. A preoccupare è la nuova stretta del credito, pronta ad abbattersi soprattutto sulle categorie già messe in ginocchio dalla crisi economica, turismo su tutti. Come riassunto dal presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, in Italia ci sono 33 mila circa alberghi, divisi più o meno a metà tra chi possiede la struttura e chi è in affitto. In entrambi in casi, la preoccupazione in vista delle prossime scadenze si fa via via sempre più grande.

La nuova stretta del credito minaccia le aziende: si rischia il default per soli 500 euro

Alle pagine di Repubblica, Bocca ha spiegato come i problemi riguarderanno tanto chi deve pagare un muto quanto chi sarà alle prese con l’affitto: “Parte degli albergatori ha ceduto al proprietario delle mura il credito d’imposta che il governo ha concesso e questo ha permesso di ridurre una spesa così rilevante. Quando però il proprietario non ha accettato, gli albergatori si sono trovati con l’affitto da negoziare. In questo momento, non è facile”. I costi delle strutture, anche in tempi di chiusure forzate, sono alti: vigilanza, manutenzione degli impianti, parte fissa delle utenze e della Tari, quota di Tfr dei dipendenti. Il totale è circa 40-50 mila euro la settimana a carico di ogni struttura.

La nuova stretta del credito minaccia le aziende: si rischia il default per soli 500 euro

Difficoltà di fronte alle quali il governo ha risposto con una moratoria sui debiti che, di fatto, è servita solo a prendere tempo: “Quando nelle banche inizieranno a salire i crediti in sofferenza, la stretta sarà una conseguenza scontata – è l’allarme lanciato da Bocca – Ed è evidente che molti albergatori per non fallire hanno bisogno di risorse finanziarie di lungo periodo, almeno 10 anni, a tassi d’interesse il più bassi possibile: siamo convinti che una garanzia pubblica sia necessaria”. Non ci sono solo gli albergatori, però, a temere per la futura stretta. Dai ristoratori ai cinema e teatri fino ai tantissimi negozi, alle agenzie di viaggio e al mondo di fiere e congressi, la lista di chi guarda con estrema preoccupazione ai prossimi mesi è lunghissima. E a preoccupare sono anche le nuove regole.

La nuova stretta del credito minaccia le aziende: si rischia il default per soli 500 euro

Le banche, ora, dovranno infatti classificare un credito in default quando l’impresa è in arretrato di oltre 90 giorni sui pagamenti. La soglia di rilevanza che fa scattare la segnalazione è di 500 euro e si riduce a 100 per i privati o le imprese con debiti inferiori al milione. La segnalazione scatterà anche se il ritardo riguarda una cifra pari all’1% dell’esposizione dell’impresa verso la banca. Secondo Graziano Tilatti, presidente Confartigianato del Friuli Venezia Giulia, “a preoccupare sono soprattutto le imprese più giovani, che hanno fatto investimenti da poco e non hanno ancora un cuscinetto di risorse su cui fare affidamento. Nei continui stop & go della burocrazia italiana, tante piccole imprese non sono in grado di pianificare tutto senza correre il rischio di superare la soglia dei 100 euro che farà scattare il default”.

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