Una sorta di moneta fiscale parallela all’euro, un progetto che rischia di trasformarsi in una piccola bomba per il governo giallorosso, già alle prese con le recenti spaccature sul tema giustizia che ne hanno fatto vacillare non poco la tenuta. La sesta Commissione Finanze e Tesoro del Senato dovrà infatti esaminare il disegno di legge che vorrebbe introdurre i “Certificati di compensazione fiscale” (Ccf), proposta che arriva da una parte del Movimento Cinque Stelle e della quale si era già parlato in passato. Un’idea che potrebbe piacere anche a quella Lega ora non più parte dell’esecutivo e che in passato aveva avanzato una proposta simile, quella sui “minibot”.

In caso di ok del Carroccio, dunque, la proposta potrebbe andare avanti per la sua strada al di là della volontà di Pd e Italia Viva, creando non pochi problemi. Come funziona di preciso la novità? Si tratterebbe di scontrini fiscali emessi dal governo, sulla falsariga della agevolazioni per le ristrutturazioni immobiliari. Chi li riceve può usarli soltanto dopo qualche anno ma può nel frattempo cederli in cambio di euro. L’acquirente potrà spenderli presso l’Agenzia delle Entrate invece di pagare. Non si tratterebbe, inoltre, di sconti vincolanti per una specifica spesa, ma riduzioni di tasse a tutto tondo.

Una sorta di moneta virtuale che i cittadini possono scambiarsi sulla base di un valore attribuito dal fisco, in sostanza. Non una vera e propria moneta legale ma comunque accettati dallo Stato e quindi, facilmente, anche dai privati. La garanzia dello Stato è che 1000 euro di sconti fiscali potranno essere utilizzati 2 anni dopo per pagare 1000 euro di tasse. Chi li riceve potrà quindi aspettare questa scadenza oppure cederli. Un meccanismo che potrebbe piacere, e non poco, alla Lega di Matteo Salvini. Ai tempi del governo gialloverde, non a caso, i due partiti avevano inserito nel programma di governo proprio una forma di “moneta fiscale”, bot cartacei che lo Stato avrebbe direttamente accettato per il pagamento delle tasse. Il tutto senza cambiare le regole e andare allo scontro con Bruxelles, visto che rientra tra i poteri dello Stato quello di emettere sconti fiscali, tanto più se differiti nell’utilizzo.

La logica è che l’emissione di 20 o 30 miliardi di sconti fiscali trasferibili e differiti a due anni vengano scambiati, circolino e generino reddito. Al momento dell’incasso, dunque, il reddito addizionale generato compenserebbe l’impatto sul deficit o finirebbe per ridurlo al minimo. La proposta potrebbe però trasformarsi in un pericolo per il Conte bis, con Salvini che potrebbe saltare sul carro pentastellato per sfidare l’austerità europea e l’asse dem, di contro, improvvisamente messo in minoranza.
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