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La farsa sulle rendicontazioni. M5S, le regole improponibili per i bilanci

Pubblicato il 11/06/2020 12:35 - Aggiornato il 11/06/2020 12:56

I 5 stelle hanno basato una parte importantissima della loro identità e della loro propaganda sulla trasparenza delle spese e quindi sulle rendicontazioni. Proprio questo caposaldo oramai vacilla da tempo. Le regole stabililte dal tesoriere grillino Francesco Silvestri rappresentano un nuovo colpo al principio delle rendicontazioni.

Come racconta il Giornale domani alle ore 16 i deputati grillini si riuniranno in un’assemblea virtuale per l’approvazione del rendiconto del 2019, saranno visionate le entrate e le uscite. Visionate e controllate per modo di dire. I parlamentari potranno solo farsi un’idea approssimativa

Vediamo il perchè, ma prima ricordiamo quanto calcolato dal quotidiano il Giornale: “dal momento che per ogni parlamentare la Camera assegna un importo pari a 47.856 euro. Tra espulsioni ecc il movimento con 202 deputati raggiunge un budget che sfiora i 10 milioni di euro l’anno”.

Primo fra tutti il tesoriere Silvestri ha stabilito che gli uffici parlamentari non rilascino alcuna copia cartacea del bilancio. Secondo la consultazione, di persona, sarà consentita per soli venti minuti. Terzo la consultazione può avvenire nei giorni prestabiliti (dal 9 all’11 giugno, dalle ore 10 alle 18). La motivzione data è quella di evitare gli assembramenti, ma -come giustamente fa notare il Giornale- non sarebbe stato più sicuro se Silvestri avesse autorizzato l’invio telematico del Bilancio?

Evidentemente tutto questa costruzione, sempre secondo la testata giornalistica, è stata messa in piedi per ridurre la possibilità di incappare in polemiche. “Meno tempo, meno possibilità di scoprire le magagne e spese contestate”. O forse “Silvestri considera i colleghi parlamentari dei geni di economia, per cui sarà per loro ‘un gioco da ragazzi’ visionare, spulciare e verificare “un fascicolo di migliaia di pagine in sollo 20 minuti”.