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John Elkann, guerra aperta con Meloni: cosa c’è dietro lo scontro. E quella “visita” a Mattarella… Italia in tilt

Pubblicato il 08/02/2024 14:10

John Elkann ha dichiarato guerra a Giorgia Meloni. In modo indiretto, ovviamente. E lo ha fatto dopo lo scontro durissimo tra il gruppo automobilistico Stellantis e il governo, scontro che si è consumato sugli incentivi per la produzione di auto elettriche e sulla tenuta occupazionale degli stabilimenti italiani. La guerra, però, ha prodotto come primo risultato il taglio della pubblicità operato dalle aziende partecipate di Stato sia a “Repubblica” che alla “Stampa” che fanno capo al gruppo Gedi di Elkann. Il livello dello scontro, però, ha toccato l’apice quando l’erede Agnelli ha bypassato la premier incontrando a Roma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il ministro dell’Economia Giorgetti. Apriti cielo. (Continua a leggere dopo la foto)
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Questo gesto è stato letto dai più, e della Meloni stessa, come un segnale di ostilità inequivocabile. Dei piani di Stellantis per l’Italia, insomma, Elkann non parla con la premier, ma solo con il presidente della Repubblica. Come commenta Dagospia, “un guanto di sfida senza precedenti lanciato da un imprenditore al capo del governo”. Elkann, nel suo tour a Roma, ha dato altri segnali, incontrando l’ambasciatore Usa in Italia Jack Markell, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi e il Governatore di Bankitalia Fabio Panetta. Dalle parti di Meloni tutto questo è stato visto come “un tentativo di scavalcare e delegittimare la premier, anche sbeffeggiandola con l’incontro con il Presidente della Repubblica”. Ma a cosa punta Elkann? E cosa vorrebbe dal governo? (Continua a leggere dopo la foto)

La concorrenza cinese delle auto elettriche a basso costo rischia di spazzare via molti posti di lavoro tra gli stabilimenti di Mirafiori, Pomigliano e Cassino. Come spiega ancora Dagospia, Francia e Germania hanno elargito incentivi per le auto elettriche per difendere la produzione interna e rallentare l’aggressione dei propri mercati da parte delle aziende di Pechino. E la Melona che farà?

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