Gli italiani sono già in fuga dalla terza dose. Nonostante una campagna mediatica ossessiva da parte del governo, che continua a martellare quotidianamente sulla necessità di sottoporsi a una nuova inoculazione, i dati al momento parlano chiaro: nemmeno il 30% dei cittadini che hanno ricevuto la seconda vaccinazione al momento ha deciso di prenotarsi per il richiamo, un flop che fa il paio con il mancato “effetto Green pass”. L’obbligo di certificazione voluto da Draghi e dai suoi ministri non è servito a far cambiare idea a chi ancora non ha voluto iniziare il ciclo dei farmaci anti-Covid, e anzi i numeri delle prime dose effettuate è in costante calo.
Come sottolineato alle pagine del Fatto Quotidiano da Wanda Marra e Natascia Ronchetti, infatti, la terza dose è stata già somministrata solo al 28.9% degli italiani che hanno ricevuto la seconda. Numeri arrivati proprio nelle ore in cui l’Aifa, l’Agenzia del farmaco del nostro Paese, dava il via libera al richiamo con i vaccini cossidetti “a mRna”, quindi Pfizer e Moderna, anche per chi ha ricevuto la monodose Johnson & Johnson. Numeri che preoccupano il governo, che starebbe così ragionando su una contromossa per evitare che il flop inizi a fare capolino sulle pagine dei giornali.
Secondo il Fatto, a Palazzo Chigi si starebbe così valutando la possibilità di estendere la raccomandazione per la terza dose anche agli over 40 a partire da dicembre 2021, in anticipo rispetto alla tabella di marcia inizialmente prevista. A preoccupare sono soprattutto i dati provenienti da Sicilia, Calabria, Campania, Friuli Venezia-Giulia, Veneto, provincia di Bolzano e Basiliciata. In Sicilia, per esempio, su 5 milioni di abitanti i non vaccinati sono ancora il 20,4% della popolazione e la terza dose è stata fin qui un buco nell’acqua: “La media è di 2.500 somministrazioni al giorno.
A far riflettere, infine, è il dato sul personale sanitario e sociosanitario. Dopo essere stato obbligato alla somministrazione in una prima fase della campagna vaccinale, ora medici e infermieri sono invece ancora liberi di scegliere se effettuare o no il richiamo. E in molti al momento hanno optato per il no, a conferma dei tanti dubbi sulla sicurezza degli attuali farmaci anti-Covid.
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