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Israele lancia l’allarme: “Mix di vaccini? Soltanto in condizioni disperate”

Pubblicato il 15/06/2021 10:05

Il cosiddetto “mix di vaccini”, quello che per volontà della struttura commissariale guidata da Figliuolo sarà ora somministrato ai ragazzi che hanno già ricevuto la prima dose di AstraZeneca, è un’opzione sicura ed efficace? Se ne discute da giorni, con i virologi divisi in merito. Ma proprio in queste ore, a mettere in guardia sull’opportunità di percorrere questa strada è stato Israele, con il responsabile della campagna vaccinale Arnon Shahar che ha rilasciato un’intervista a QN in cui sottolinea tutte le criticità del caso.

Interrogato sulla bontà della cosiddetta vaccinazione eterologa, ovvero quella che prevede l’utilizzo di due vaccini diversi, Shahar ha infatti spiegato: “Mixare i vaccini è una scelta che al momento andrebbe presa solo in condizioni disperate. Sarebbe ragionevole solo se ci fosse un’impennata di casi, non ci fossero abbastanza dosi per proteggere i cittadini e non ci fosse altra scelta. Non ci sono studi sufficienti sulla cosiddetta ‘eterovaccinazionè. Per ora è meglio eseguire il richiamo con lo stesso siero”.

“In Israele abbiamo avuto poche persone che sono arrivate dall’Inghilterra o anche dall’Italia e che avevano già ricevuto una prima dose di Moderna o AstraZeneca. Il richiamo è stato eseguito con Pfizer, l’unico siero che usiamo qui – ha aggiunto Shahar – non abbiamo visto effetti collaterali. Ci sono alcuni studi, secondo cui mixare i vaccini potrebbe causare una risposta immunitaria più efficace. Ma non sono definitivi. Finché la situazione non sarà chiara, è meglio continuare a iniettare sempre lo stesso siero”.

Riguardo la possibilità di una terza dose di vaccino nei prossimi mesi, Shahar ha spiegato che “dovrà essere la scienza a dircelo” e che ogni decisione andrà presa “sulla base di numeri veri” e non seguendo gli umori dei presunti esperti di turno. Un allarme che arriva proprio mentre l’Italia, a seguito del decesso della giovane Camilla Canepa, ha deciso per lo stop agli Open Day AstraZeneca e per la somministrazione di un vaccino diverso alle migliaia di ragazzi che, nel frattempo, avevano già ricevuto la prima dose.

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