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Inginocchiati davanti all’Olanda: una dopo l’altra stiamo accettando tutte le loro condizioni

Pubblicato il 18/07/2020 12:33 - Aggiornato il 18/07/2020 12:41

Partito con toni trionfalistici e il piglio di chi si preparava a smontare il rigore di certa Europa pezzo per pezzo, Giuseppe Conte si è dovuto presto arrendere di fronte a tutt’altra evidenza: a dettare legge, dalle parti di Bruxelles, sono i Paesi frugali, capitanati da un’Olanda ben più agguerrita del nostro premier. L’Avvocato del Popolo è così passato nel giro di pochissimo dagli slogan alla rassegnazione, capendo che anche Angela Merkel, dopo averlo ingannato mostrando per settimane un volto conciliatore, non sarebbe stata dalla sua parte.

Conte, altro che coraggio: una dopo l'altra, stiamo accettando tutte le pretese dell'Olanda

La cancelliera si è goduta i tanti brindisi che le sono stati offerti per il compleanno, limitandosi a osservare il blocco dei Paesi del Nord mentre alzava la voce chiedendo un diritto di veto sulla gestione dei fondi europei da parte dei singoli Stati. Idea che ha scatenato la rabbia di Conte e dello spagnolo Sanchez, finendo per dare i suoi frutti: alla fine si è messa sul tavolo l’ipotesi di un “emergency break”, letteralmente “freno d’emergenza”, che trasferirebbe ai singoli leader nazionali la discussione dei piani di rilancio nazionali. Non un vero e proprio veto, ma comunque un mezzo di pressione fortissima, che terrà banco nel corso dei prossimi confronti e che ha ottime probabilità di essere alla fine approvato.

Conte, altro che coraggio: una dopo l'altra, stiamo accettando tutte le pretese dell'Olanda

L’Italia, in tutto questo, non ha fatto certo un figurone. Si è barricata dietro la difesa dei 750 miliardi del Recovery Fund, poi ha iniziato gradualmente a cedere, un passo dopo l’altro: ha chiesto la centralità della Commissione nella gestione e nell’affidamento delle risorse (piuttosto che riconoscere poteri ai singoli Stati), poi ha accettato un ruolo preminente del Consiglio, infine ha detto “sì” a una soglia del 65% della popolazione per bocciare i piani nazionali. E alla fine, dopo essersi battuto contro il diritto di veto, ingoia persino il “freno d’emergenza”, del quale ora non resta che definire il funzionamento.

Conte, altro che coraggio: una dopo l'altra, stiamo accettando tutte le pretese dell'Olanda

Il bello è che, citando l’immortale Frankenstein Junior, le cose “potrebbero anche andare peggio, potrebbe piovere”. Ci sono ancora 24-48 ore di tempo per rendere il quadro ancora più nefasto, con il premier olandese Rutte che promette ulteriori battaglie e minaccia: “Un accordo? Al momento c’è meno del 50% delle possibilità”. Conte, a questo punto, ha fretta di chiudere i lavori, prima di dover cedere su altri fronti. L’Europa, al solito, si è rivelato un campo minato dove di aiuti e solidarietà non si vede neanche l’ombra. E l’Italia, in tutta onestà, non ha fatto una gran figura.

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