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Impronta digitale, ecco perché non è più affidabile. E’ allarme per sicurezza e privacy (anche per i telefoni)

Pubblicato il 22/02/2024 12:36

La continua evoluzione delle tecnologie non sempre porta buone notizie. Con l’avanzare dei mezzi a disposizione, anche ciò che sino a ieri sembrava sicuro all’improvviso non lo è più. Soprattutto quando sono in ballo la nostra privacy e la nostra sicurezza. O quelle di siti, istituzioni o altro che si occupano dei nostri dati. L’ultimo allarme, un po’ a sorpresa, riguarda l’uso delle impronte digitali per accedere ai dispositivi. A cominciare da quelli più semplici, come i cellulari, sino ad arrivare a quelli più complessi. Credevamo che almeno le impronte dei nostri polpastrelli appartenessero solo a noi e che fossero inviolabili. Se c’era un metodo considerato sicuro per proteggere i nostri dati era proprio quello. Ma da oggi non è più così. E il motivo è veramente incredibile, quasi fantascientifico per le persone comuni. (continua dopo la foto)

Un team di ricercatori cinesi e americani, infatti, ha scoperto un nuovo attacco al sofisticato sistema di identificazione delle impronte digitali. Grazie a un sistema altrettanto sofisticato, gli hacker sono in grado di bypassare il blocco-impronta semplicemente grazie al suono prodotto dal dito che viene trascinato sullo schermo di identificazione. Questo attacco ai sistemi è chiamato PrintListener e introduce nuovi livelli di vulnerabilità. Il che è un grosso problema, anche considerando che il mercato della sicurezza biometrica basato sulle impronte è in grande sviluppo e in pochi anni arriverà a valere 100 miliardi di dollari. Ma la nuova scoperta potrebbe cambiare molte cose. (continua dopo la foto)

Come spiegano gli esperti, dunque, il sistema che riesce bypassare le impronte di basa sulla cattura dei suoni di attrito del passaggio del dito sulle app di comunicazione come Discord, Skype, WeChat e FaceTime. Se il microfono del dispositivo è attivo, gli hacker sono in grado di decodificare le impronte digitali. I ricercatori hanno verificato che bastano soli 5 tentativi per entrare in possesso del 30% delle impronte parziali e del 10% di quelle complete, anche con i sistemi di sicurezza più elevati. E’ evidente che questo sistema di protezione dei dati, quindi, vada ripensato. Sia con procedure di sicurezza più avanzate, sia creando sistemi che alle impronte possano accoppiare altri parametri. Il risultato, in ogni caso, è che la tecnologia, che doveva semplificarci la vita, in alcuni casi sta diventando un labirinto pieno di pericoli. E rischia di costringerci a procedure sempre più complesse anche per eseguire le operazioni apparentemente più semplici.

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