Ilaria Capua, una delle principali televirologhe di questa strana epoca che abbiamo vissuto e, ahinoi, stiamo ancora vivendo, ha fatto una clamorosa gaffe. Proprio lei che è stata tra le fautrici della vaccinazione di massa, dell’obbligo delle mascherine, del Green pass (e quindi della sospensione e del licenziamento di migliaia e migliaia di lavoratori), proprio lei, alla fine, dimostra di non aver capito come si calcola il tasso di positività. Sul suo tremendo scivolone ha scritto un articolo perfetto la redazione di Nicola Porro, che così attacca: “Nella vita non si può sapere tutto. Se sei esperta di polli, ad esempio, non puoi pretendere di essere anche esperta di statistica. Tanta è la foga di difendere il grottesco obbligo di mascherina ai seggi, che la virostar Ilaria Capua, quella che secondo Panorama chiedeva 2mila euro più Iva per dieci minuti in tv, va in tilt sulla nozione di tasso di positività al Covid”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Se la positività è al 12%”, cinguetta su Twitter, “ogni cento persone che vedi in giro 12 sono infette, e quindi rappresentano una possibile fonte di contagio”. Per scongiurare l’eventualità, Roberto Speranza e Luciana Lamorgese ci hanno opportunamente imposto la museruola come requisito per recarci a votare. Si legge sul sito di Nicola Porro: “Fortuna che, per il nulla osta a mettere la croce sulla scheda, non è necessario padroneggiare la matematica elementare… Ilaria Capua, infatti, crolla rovinosamente sull’interpretazione del tasso di positività, che si calcola sui tamponi effettuati e non sulla popolazione italiana”. (Continua a leggere dopo la foto)
Insomma, “se la positività è al 12%”, significa che “su 100 test processati, 12 risultano positivi al Sars-Cov-2; non che, su 60 milioni di italiani, più di 7 milioni hanno il Covid. Certi scivoloni capitano a chi vuole essere più realista del re e, per costruire un’emergenza che non c’è, spara a caso cifre e statistiche, pur di mettere il sigillo della fantomatica “scienza” su decisioni scellerate, prive di giustificazioni – tanto da essere state fondate su pareri del già disciolto Cts, risalenti al 2020, un’epoca in cui non c’erano nemmeno i vaccini”. (Continua a leggere dopo la foto)
Conclude l’articolo: “A proposito: il tweet di Ilaria Capua è ancora lì, in bella vista sulla sua bacheca, benché già decine di utenti, sui social, l’abbiano messa alla berlina. Chissà pure se la scienziata, nel frattempo, s’è resa conto della gaffe. E sarebbero questi gli esperti di cui ci dovremmo fidare?”.
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