L’Italia avrebbe potuto (e dovuto) fare tante scelte diverse per affrontare meglio l’emergenza coronavirus. Ma ha commesso una lunga serie di errori pagati a un prezzo carissimo. A dirlo non è un politico dell’opposizione, ma il sociologo Luca Ricolfi, docente di Analisi dei Dati dell’Università di Torino, editorialista del Messaggero e presidente della Fondazione David Hume. Da pochi giorni in libreria con “La notte delle ninfe – Come si malgoverna un’epidemia”, ha spiegato in un’intervista a Libero il perché di un atto di accusa così forte contro il governo: “Molti miei amici e colleghi erano convinti che la seconda ondata fosse inevitabile. Una credenza falsa che è una concausa della crisi. Per questo ho ritenuto giusto smontarla, prima che producesse altri danni”.
Tanti i luoghi comuni smontati nel testo, a partire dall’idea che la situazione sia così in tutto il mondo: “Le società avanzate con istituzioni paragonabili alle nostre sono 29, di cui 20 in Europa. Su 29 ben 10 hanno evitato la seconda ondata e almeno 9 stanno evitando la terza. Quanto al paragone con gli altri Paesi, dall’inizio della pandemia siamo al secondo posto (dietro al Belgio) per numero di morti per abitanti. Né le cose stanno andando meglio con l’inizio del 2021”. Cosa avremmo potuto fare per evitare di trovarci in questa situazione? Secondo Ricolfi “almeno una decina ci cose che gli studiosi indipendenti hanno disperatamente chiesto fin da marzo”.
Tamponi di massa, contact tracing, Covid hotel per le quarantene, rafforzamento del trasporto pubblico, messa in sicurezza delle scuole. Tutti passaggi che il governo non ha affrontato per tempo. E così i cittadini si sono trovati a fare i conti con una seconda ondata devastante che, però, poteva essere evitata. A non convincere Ricolfi è anche il sistema di classificazione delle Regioni, divise per colore: “Le soglie di allarme sono troppo alte, innanzitutto. Inoltre la stella polare delle autorità sanitarie è la preservazione del sistema sanitario nazionale, anziché la minimizzazione dei contagi. Un errore clamoroso”.
Un Paese su tre, oggi, “riesce a convincere con il Covid”: “Occorre però un numero ridotto degli infetti, un sistema di tracciamento funzionante, una popolazione che rispetta le regole”. Errori sono stati commessi anche nella gestione del vaccino, con l’Europa “che ha puntato sui farmaci sbagliati”. Il vero successo del governo? Una strategia comunicativa che è riuscita a “convincere gli italiani che il virus fosse inarrestabile e occultare le responsabilità proprie e delle autorità sanitarie. Chapeau!”. Il premier si è fatto scudo dietro la pandemia? “Sì, senza il terno al lotto Covid, Conte sarebbe scomparso nel nulla da cui era venuto”.
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