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Il fisco pazzo colpisce ancora

Pubblicato il 13/02/2023 14:21

Il nuovo governo italiano ha approvato, anche se con molte lacune ed incertezze, il nuovo pacchetto di alleggerimento dell’enorme magazzino fiscale di crediti ormai da tempo inesigibili. Sostanzialmente e’ un condono, anche se prevede comunque un piccolo pagamento. Sulla base di questo, l’agenzia della riscossione e’ stata chiamata a cercare di riordinare il riordinabile nell’enorme magazzino, onde mettere in grado i contribuenti Italiani di aderire a tale agevolazione, agevolazione peraltro da cui si prevedono incassi consistenti da iniettare nelle esangui casse italiane.

Cosi’ facendo, in attesa della scadenza della procedura, che ricordiamo essere il 31 marzo per la cancellazione d’ufficio di tutte le cartelle sotto i 1000 euro (multe comunali purtroppo quasi sempre escluse) ed il 30 di aprile, per la presentazione della richiesta di rottamazione quater, era stato disposto il fermo delle procedure riscossive, per attuare il riordino delle posizioni. Ma cosi’ non e’ stato e nelle scorse settimane, diverse migliaia di contribuenti si sono visti arrivare minacciosi avvisi di mora con annessa intimazione di pagamento entro 5 giorni, pena l’inizio delle procedure riscossive.

Fin qui niente di nuovo, se non il solito comportamento illegalmente minatorio posto in atto dalla riscossione per spingere i contribuenti al condono, se non che quasi la maggioranza di questi nuovi avvisi, contiene al suo interno l’indicazione di posizioni gia’ saldate, stralciate, annullate oppure gia’ assoggettate a rateazione regolarmente in atto o, peggio. Rottamazione  ter regolarmente attiva ed onorata. Siamo di nuovo alle cartelle pazze, una nota malattia del fisco di 10 anni fa, evidentemente mai debellata.

L’agenzia delle entrate, richiamata sull’argomento tace o, nei casi piu’ grotteschi, da la colpa ad ipotetici “erriri informatici”, errori che pero’, guarda caso, finiscono sempre a danno del contribuente. Cosi’ non si puo’ piu’ andare avanti, ed e’ oltremodo necessario mettere fine a questa follia fiscale, che oltretutto produce un gravissimo problema di falso nel bilancio pubblico, visto che in esso sono date come esigibili, partite ormai prescritte, errate, duplicate o peggio.

La soluzione e’ semplice ed immediatamente attuabile, e passa per l’emanazione di una proposta di legge che determini definitivamente e senza piu’ alcuno spazio di interpretazione, la data in cui questi crediti, in fase risossiva o meno, decadano e siano prescritti, e pertanto debbano per legge essere cancellati, automaticamente e senza alcuna possibilita’ di riassunzione alcuna.

Una simile legge, che potrebbe anche essere proposta mediante il procedimento dell’iniziativa popolare, cui all’art. 80 della Costituzione  Italiana, avrebbe almeno tre vantaggi fondamentali : 1) metterebbe certezza nel sistema riscossivo 2) spingerebbe l’agenzia delle entrate a semplificare il sistema fiscale e quelo riscossivo, 3) riaprirebbe per molti operatori le porte del credito, con innegabili vantaggi per la circolazione del denaro a cui e’ legata l’economia reale (e non quella degli euro incubi) del nostro paese. Non resta che muoversi e spingere in tal senso chi ci governa, od addirittura, preferibile, proporre noi stessi perche’ si sa, che fa da se, fa per tre.

Dott. Francesco Vellucci, Dottore commercialista, Per l’Italia con Paragone

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