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I prestiti delle banche arriveranno troppo tardi e sono inefficaci: servono altri strumenti, quelli del “Piano di salvezza nazionale”

Pubblicato il 11/04/2020 14:28 - Aggiornato il 11/04/2020 14:36

di Emanuele Oggioni

Le imprese hanno bisogno di liquidità immediata, non di aspettare ancora tre mesi per avere i prestiti dalle banche garantiti dallo stato (come sottolinea Il Sole 24 Ore oggi), quelli del piano Conte che a nostro avviso sarà del tutto inefficace per sostenere le imprese, le attività commerciali italiane, come la mancetta data a fatica alle partite iva con tanto di tilt informatico.
Il re dell’austerità eurocentrica è nudo. Sempre di più le persone hanno capito che è arrivato il momento di superare i dogmi e gli schemi di pensiero che hanno messo a dura prova l’equilibrio ambientale ed economico. Occorre uscire dai vecchi modelli che concentrano la ricchezza “nelle mani dell’1%” dei cittadini, che sono basati su una scarsità artificiale della circolazione della moneta (a debito) e sono fondati sulla competizione (mors tua, vita mea) con una progressiva scomparsa del ruolo dello Stato. La risposta è la rinascita di una economia basata sullo Stato comunità, sulla cooperazione (vita tua, vita mea) e su una moneta non a debito, controllata sin dalla sua creazione dai membri della comunità.
Il vecchio modello si basa su uno Stato persona giuridica il cui anonimato costituisce uno schermo per persone in carne ed ossa che possono approfittare della loro posizione per ottenere vantaggi e privilegi negati ai più. Nel nuovo paradigma lo Stato è comunità, è la somma di persone che si identificano nella comunità e che si sentano e siano tutelati in quanto la vita e gli umani hanno valore intrinseco.

Oggi di fronte a una devastante emergenza sanitaria che ha preso immediatamente anche la forma di un gigantesco shock economico, scopriamo che il vecchio modello (dei prestiti, del debito sia privato sia pubblico, delle patrimoniali targate PD che tolgono risorse quando invece ci deve essere più denaro in circolo, non meno) era del tutto inadeguato: ci porta alla morte.  Potenzialità di cambiamento proprio oggi si stanno palesando, oggi che il mondo sgomento si interroga sulla sua sopravvivenza. L’emergenza sanitaria in qualche modo sta colpendo tutti contemporaneamente e questo potrebbe anche scardinare le certezze che apparivano più incrollabili.
Non è un caso che l’Italia sia il paese più colpito al mondo, non solo dal virus, ma anche dalle restrizioni alla libertà, dalla posa del 5G, dal lockdown economico imposto dal governo. L’impatto delle misure sta avendo effetti drammatici su tutto il paese, che ha chiuso il 90% delle sue attività (mentre ad esempio in Francia il 60% funziona ancora).

Solo misure drastiche potranno sortire gli effetti e indicare il nostro rinascimento, senza aspettare niente dall’Europa né dagli altri paesi, che in cambio qualcosa vorranno. I vincoli di bilancio e il Patto di stabilità sono superati: questo è il momento di fare aiuti di Stato per mettere al riparo i nostri asset strategici nazionali e per riprendere quelli indebitamente svenduti ai privati, come le autostrade. Le soluzioni contenute nel Piano di Salvezza Nazionale vanno considerate come necessarie, urgenti e attuabili in via unilaterale. Tali soluzioni sono incentrate nella consapevolezza che il rilancio della produzione passa da una concezione diametralmente opposta a quella dell’austerity.
L’Italia non ha necessariamente bisogno di prestiti internazionali! Non ci servono le partite di giro dei nostri stessi soldi tramite i vari MES; SURE, ecc che costituiscono altra perdita di sovranità, intesa come la capacità di decidere per il bene dei cittadini italiani da parte di chi vince le elezioni in Italia.

Le azioni di sostegno economico avviate dal Governo saranno inefficaci perché troppo lente, burocratiche: in pratica i prestiti erogati dalle banche serviranno per pagare le tasse che ora nessuno può pagare avendo l’attività bloccata. Il piano Conte manca di prospettiva futura: non investe sulla ricerca, sull’innovazione, sul lavoro dei giovani che, ricordiamocelo, erano per larga parte già disoccupati prima di questa crisi indotta dal lockdown.
Il piano di salvezza nazionale, elaborato e condiviso da numerosi economisti, esperti di finanza e moneta ed intellettuali italiani, prevede un intervento di almeno 350 miliardi di euro, suddiviso in 100 mld immediati e almeno 250 mld a brevissimo termine.  

 Tempo zero: misure immediate per 100 miliardi di euro. Per tamponare l’emergenza sanitaria, il rischio reddito per famiglie e imprese, e mettere le istituzioni finanziarie pubbliche in grado di sostenere misure strutturali appena successive, occorre portare nelle casse dello Stato liquidità immediata per un totale di almeno 100 miliardi, tramite l’emissione di titoli di Stato a breve termine, garantiti e riservati esclusivamente al risparmio di operatori nazionali e l’emissione diretta da parte del MEF di biglietti di stato (o statonote), anche in versione elettronica. I 100 miliardi di euro saranno spesi per rinforzare il sistema sanitario e per distribuire immediatamente un reddito personale di solidarietà. Scongiuriamo così il prestito internazionale: MES, Eurobond, SURE, ecc… Gli Eurobond non sono nemmeno stati approvati, il SURE non esiste ancora, arriverà eventualmente fra parecchi mesi e solo per 15 miliardi di euro… ma la liquidità serviva già da… ieri!

Fase due (entro 4 mesi): misure strutturali per almeno 250 miliardi di euro. La rinascita economica si basa su un piano strategico di investimenti produttivi per almeno 250 miliardi di euro. Le istituzioni finanziarie pubbliche (es il Medio Credito Centrale e la Cassa Depositi e Prestiti) vengono ampiamente ricapitalizzate e messe a rapporto diretto e stringente con il Governo per tutelare strutturalmente il risparmio pubblico e creare investimenti. Ciò consente di accedere alla provvista di liquidità a tassi convenienti presso la BCE e garantire al Governo un efficace strumento di trasmissione nell’economia reale delle decisioni politiche prese dal Parlamento.
Per riattivare la circolazione di denaro nell’economia, come il sangue nel corpo per farlo guarire, proponiamo la trasferibilità di qualsiasi agevolazione fiscale (credito, detrazione, sconto, compensazione) tra tutti i soggetti giuridici residenti. Attualmente esiste già una piattaforma informatica pubblica presso l’Agenzia delle Entrate per la trasferibilità delle agevolazioni fiscali (crediti, detrazioni, sconti), che va certamente implementata e resa più fluida nell’uso tra tutti i cittadini di quanto non sia oggi. Su tali aspetti esistono disegni di legge (CCF, SIRE) già depositati in Parlamento.

Al fine di rafforzare il mercato interno e riorientare la produzione, sostenere le piccole e medie imprese private, aumentare l’occupazione, tutelare il risparmio italiano e ridurre gli oneri passivi sul debito pubblico, proponiamo i Conti di Risparmio (CdR) pubblici, con somme trasferibili su piattaforma elettronica presso il MEF, aperti a tutti i residenti. Ciò consentirà di creare un sistema pubblico di pagamenti interni, che metta in contatto diretto lo Stato comunità con tutti i suoi cittadini partecipanti; utile sempre, ma particolarmente nelle situazioni di urgenza e necessità come l’attuale per erogare con immediatezza un reddito personale di solidarietà.

Sei d’accordo con i promotori del piano di salvezza nazionale? Allora unisciti ai tantissimi cittadini, economisti, imprenditori, e politici che hanno già firmato! Sottoscrivi qui:
https://www.change.org/p/al-governo-piano-di-salvezza-nazionale?recruiter=143693980&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink&utm_campaign=share_petition