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I pagamenti non sono sospesi! Attenzione a non farci fregare dalla burocrazia

Pubblicato il 30/03/2020 13:27

Quanta confusione e quanti grossi interrogativi! Una enorme scatola piena di matasse da sbrogliare… che rendono la situazione ancora più disastrosa. Un tecnico commercialista ci ammonisce e ci mette in guardia: “I decreti sono “oscuri” e poi su tali “vuoti”, ovviamente, la burocrazia, Ruffini etc. fanno a catena tutto il resto… Come sempre, fanno confusione per riempire il main stream e prendere tempo, tempo, tempo, che non c’è.” La verità è che alcuni pagamenti non sono affatto sospesi! Ma vediamo tre esempi che fanno capire come le dichiarazioni del governo, ammesso che esistano e che siano sufficienti, vengano letteralmente vanificate dalla terribile burocrazia di cui oggi più che mai l’Italia è vittima.

1) I pagamenti a rate in corso per quanto già dichiarato negli anni passati (36-bis, 36-ter, 54-bis etc), non sono stati sospesi fino al 31 maggio, anzi, non sono stati sospesi affatto. Le scadenze del 31 marzo sono ancora valide. Quello che le persone o società, rette e ligie al dovere, hanno dichiarato negli anni trascorsi, già fomentati dalla crisi che incessante dura dal 2008, pur sapendo di non avere le risorse e che hanno comunque dichiarato, scegliendo di pagare in rate con procedura autoliquidata (senza richieste o autorizzazioni di sorta), che ha rate in scadenza 31/3 e 30/4, non è stato per nulla sospeso. Almeno non esplicitamente e pertanto Ruffini lo esige. E non c’e’ bisogno di alcuna Equitalia, ma è bastato a Conte non aver sospeso. D’altronde che qualcosa non andasse era prevedibile, Gualtieri da una parte dice di sospendere e dall’altra è pronto ad appendere una medaglia al petto di chi comunque paga (menzione riportata sul sito mef).
2) La tassa di concessione governativa sulle societa’ (309 o 512 euro che scade ogni 31 marzo per poter stampare i libri sociali contabili, entro – di solito dicembre – oltre alle opportune marche da bollo) scadente il 16 marzo, e’ stata rinviata solo al 20 marzo. 
3) La quota parte dei contributi a carico lavoratore trattenuti dal datore (circa 25% contributi scadenti al 16/3 e 16/4) non sono stati sospesi per nulla.

L’Italia è in ginocchio, il sistema sanitario al collasso, l’economia arrestata. Una situazione del genere è quindi stra-ordinaria, deve ricevere risposte tempestive, semplici e stra-ordinarie, cioè fuori dall’ordinario, per consentire alla Nazione intera di ripartire. Per affrontare l’emergenza è necessario che ci sia chiarezza, che la burocrazia venga nettamente snellita o del tutto tagliata, che le procedure e le comunicazioni non rappresentino un ostacolo o peggio ancora un impedimento per fronteggiare l’emergenza sotto tutti i fronti, sanitario ed economico. Da questo dipendono il presente e il futuro dell’Italia.