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“I Dpcm del governo Conte? Siamo ai limiti della costituzionalità”

Pubblicato il 04/11/2020 13:07

Le nuove misure introdotte dal governo Conte per contrastare la pandemia di Covid-19 sono al limite della costituzionalità. E non basta un intento teoricamente nobile, come quello di combattere la diffusione del virus, a giustificarle. A dirlo non è un esponente dell’opposizione, ma il presidente emerito della Consulta Giovanni Maria Flick, che intevistato da Il Dubbio ha espresso tutte le proprie perplessità riguardo l’indirizzo dell’esecutivo giallorosso.

"I Dpcm del governo Conte? Siamo ai limiti della costituzionalità"

Flick ha puntato il dito sulle limitazioni alle libertà dei cittadini figlie degli ultimi Dpcm, in particolare contro una: “La limitazione alla libertà personale è presidiata da una duplica garanzia: la legge e il giudice che verifica se vi siano le condizioni per applicarla in concreto. Attualmente siamo di fronte a limitazioni sistematicamente imposte e in un primo momento sanzionate non per legge ma con provvedimenti regolatori del governo, a volte difficilmente comprensibili. E invece la possibilità di comprendere le norme è essenziale per la democrazia”.

"I Dpcm del governo Conte? Siamo ai limiti della costituzionalità"

Con i Dpcm, dunque, secondo Flick siamo “ai confini della Costituzione. Si può limitare la libertà, anche in nome del fondamentale diritto alla salute, ma a condizione che le limitazioni avvengano attraverso un provvedimento avente forza di legge. Come un decreto legge, che va sottoposto al controllo del Parlamento. Si tratta dello stumento previsto dalla nostra Costituzione per legiferare in condizioni di necessità e urgenza. Semplice”.

"I Dpcm del governo Conte? Siamo ai limiti della costituzionalità"

Attenzioni, infine, alla “zona grigia tra libertà personale e libertà di circolazione. Non si può arrivare a proibire che all’interno di un domicilio si siedano a tavola più di 6 persone. Né si può pretendere che tutti quei commensali siano uniti da un legame stretto. Sarebbe una limitazione della libertà personale. Servirebbe non solo una legge, ma anche un giudice che emetta un provvedimento. E poi c’è un’ulteriore amnesia, riguarda i detenuti. In un contesto in cui imponiamo restrizione per impedire il contatto tra persone, costringiamo a una condizione opposta la sola categoria dei reclusi. Siamo ai limiti del costituzionalmente tollerabile”.

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